Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato ieri sera ha ricadute anche sulle attività formative pastorali e sulle celebrazioni ecclesiali. Per questo la Conferenza episcopale italiana (Cei), oggi (5 marzo) ha pubblicato una nota con alcune indicazioni che recepiscono quanto richiesto dal nuovo decreto, in particolare la richiesta di sospendere gli eventi – per l’intero territorio nazionale, fino al 3 aprile – “che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. I vescovi italiani per quanto riguarda le aree non a rischio (come il Piemonte), “assicurano il rispetto del decreto in tutte le attività pastorali e formative e ribadiscono la possibilità di celebrare la messa e di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima”.
I Vescovi della Conferenza episcopale Piemonte e Valle d’Aosta hanno recepito (con un decreto a firma di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Cep) quanto stabilito dal decreto del governo e i suggerimenti della Cei. Hanno dunque deciso che “fino al 15 marzo sono sospese tutte le attività formative e pastorali diocesane, zonali e parrocchiali, in modo particolare quelle concernenti minori, eccetto le celebrazioni liturgiche e gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo di Quaresima, rispettando le precauzioni già indicate in precedenza e cioè che siano evitati gli assembramenti e sia garantito un accesso contingentato tale da determinare una distanza di almeno 1 metro tra i fedeli presenti all’interno dello stesso luogo di culto”.
“Le misure adottate - conclude la nota della Cei - mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. La Chiesa che è in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica”.