Positivo al primo tampone. Dipendente di supermercato è a casa dal 4 marzo

Lavora al Mercatò di piazza Foro boario a Fossano. Sta bene, come i sette colleghi in quarantena. La Dimar: “Rispettati tutti i protocolli: ci siamo messi nelle mani dell’Asl”

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È a casa dal 4 marzo, e in quarantena per positività al primo tampone da coronavirus, un dipendente del Mercatò di Fossano, in zona ex Foro boario. La bella notizia - fanno sapere dall’azienda - è che “le sue condizioni di salute sono migliorate al punto che la stessa Asl ha ritenuto non necessario fargli il secondo tampone”.
L’uomo, che non è di Fossano, era stato colpito da un forte raffreddore nella mattinata del 4 e, dopo alcuni giorni di degenza, continuando a non guarire, era stato sottoposto a tampone, in data 9 marzo, con il quale gli era stata riscontrata la positività. Da quel momento - il tempo di ricostruire i suoi movimenti - sono in isolamento altri sette dipendenti: sono stati individuati dall’Asl come coloro che avevano lavorato più a stretto contatto con lui nei giorni precedenti il 4 marzo. Anche loro stanno bene e non hanno manifestato sintomi. Ma resteranno in quarantena per tutto il periodo necessario.
La dettagliata ricostruzione della Dimar arriva all’indomani dell’allarme suscitato dal tam tam che si propagato via social. “Non appena abbiamo avuto notizia dell’esito del primo tampone - precisano dall’azienda - ci siamo messi nelle mani del Sisp (il Servizio igiene e sanità pubblica dell’Asl) raccogliendo e fornendo tutti i nominativi delle persone che avevano lavorato con il nostro dipendente. E l’Asl, con il suo aiuto, ha identificato quelle che gli erano state più vicine”. Poi aggiungono: “Nessuna volontà di insabbiare, non siamo noi a decidere come muoverci. È l’Asl a guidarci in ogni decisione e a dirci cosa fare e come farlo, sulla base di protocolli sanitari posti a tutela della nostra salute, nel rispetto della privacy delle persone coinvolte”.
Quanto alle richieste - anche queste raccolte via social - di chiudere il punto vendita, l’azienda dice: “In queste condizioni difficili di lavoro per noi sarebbe stato addirittura più facile. Ma i decreti del governo ci chiedono di stare aperti e l’Asl ci ha dato garanzie sul fatto che il protocollo seguito garantisce la sicurezza di lavoratori e dipendenti”.
Nel frattempo, Dimar - oltre a garantire il rispetto delle distanze di sicurezza - sta provvedendo a installare barriere in plexiglas per dividere casseri e clienti in tutti i suoi punti vendita.