Sigismondi: “Troppi casi sospetti, il virus circola anche tra gli asintomatici”

Quattro positività (per ora) tra gli assistiti di Medicinsieme. Ma i numeri sono più elevati. "Abbiamo 35 casi sospetti"

Medicinsieme sede

Sono quattro alle 17 di mercoledì 18 marzo i casi positivi al Coronavirus individuati tra i 25 mila assistiti di Medicinsieme, lo studio medico a cui fanno riferimento mutuati di Fossano e dei Comuni vicini. “Tre - riferisce Salvio Sigismondi, direttore della cooperativa di medici - sono ricoverati in ospedale, uno è guarito”. Ma i numeri - ricorda - non finiscono qui. “Abbiamo infatti 21 persone poste in quarantena dalle autorità sanitarie. E altri 35 casi sospetti, su base medica, che monitoriamo due volte al giorno e che abbiamo segnalato al Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica) in attesa di tampone”. “Numeri consistenti - osserva Sigismondi - dai quali desumiamo vi sia una platea molto più elevata di persone positive e contagiose, che tuttavia non vengono intercettate dal sistema sanitario. Se questo è vero - come sostengono virologi di fama mondiale (la dottoressa Capua e altri) e come ci dimostra l’evidenza di Vo’ Euganeo, dove il tampone a tappeto sulla popolazione ha fatto emergere una percentuale di infetti che oscilla tra il 50 e il 75% - dobbiamo renderci conto che il virus circola in soggetti apparentemente sani, che probabilmente non si ammaleranno mai: il che riduce fortemente il tasso di mortalità finora registrato, ma aumenta la possibilità di trasmettere il contagio ad altri”.
Conclude Sigismondi: “Il virus si trasmette da persona a persona, non vola per conto suo, perciò bisogna mantenere le distanze. Limitare la mobilità, restare a casa il più possibile e, se proprio si deve uscire, mantenere assolutamente la distanza di un metro (meglio un metro e mezzo) gli uni dagli altri. E usare la mascherina per filtrare le «dropplets», le goccioline di saliva che emettiamo anche solo respirando, parlando, starnutendo o tossendo. Non è necessario che siano quelle con il filtro, che vanno lasciate al personale sanitario che si prende cura dei malati. Vanno bene anche quelle chirurgiche. O quelle fatte in casa e lavabili”. Poi conclude: “Andrebbe bene anche il tampone a tappeto, come sembra si stia attrezzando a fare il Veneto. Sarebbe il modo migliore per individuare tutte le positività e isolarle per il tempo della quarantena”.