Attività sospesa ai Pronto soccorso di Bra e Ceva per concentrare gli sforzi del personale sanitario contro l’emergenza coronavirus. La decisione è stata presa in giornata dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte e diverrà operativa entro domenica sera. Oltre ai Ps di Bra e Ceva riguarda anche altri presidi di emergenza in Piemonte, come quelli di Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza e Borgosesia.
Il provvedimento emergenziale - spiega un comunicato della Regione Piemonte - è motivato dalla necessità di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare ai pazienti Covid nell’ambito del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria in Piemonte.
Preoccupate le reazioni dal territorio. Il sindaco e la giunta comunale di Bra lamentano che la decisione sia passata sopra le loro teste. “Siamo consapevoli della situazione di estrema criticità che stiamo vivendo, ma questa scelta - nel cui merito adesso non ci pronunciamo in attesa di valutarne tutte le ripercussioni - non può calare come un macigno sulla nostra comunità”.
L’Uncem rileva che in alcune vallate “per raggiungere il pronto soccorso più vicino si dovranno fare anche 50 o 70 chilometri”.
Sul chi va là anche la politica. Il Movimento 5 Stelle di Bra e Alba teme che l’apertura dell’ospedale di Verduno possa “determinare un taglio di servizi sul territorio”. E la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli si spinge a definire “incauta la scelta di sospendere i Pronto Soccorso”.
“Si tratta di sospensioni temporanee e non di chiusure - osserva il commissario straordinario Vincenzo Coccolo -. La straordinarietà della situazione che ci troviamo ad affrontare impone soluzioni drastiche ed immediate. Chiediamo la comprensione e la collaborazione dei sindaci e dei cittadini. Ogni posto e ogni risorsa sanitaria in più che riusciamo a ricavare è decisiva per salvare vite umane. Terminata l’emergenza, tutto ritornerà come prima”.