“Finalmente a casa”. Il ritorno a Centallo di Sebastiano Ramello

Rientra dall’India, dove rischiava di restare bloccato. Ora è in “quarantena” con la compagna Franca Demaria a Boschetti

Sebastiano Ramello e Franca Demaria
Sebastiano Ramello e Franca Demaria

Casa dolce casa”. Sabato sera, dopo 40 ore di viaggio, Sebastiano Ramello ha potuto finalmente pronunciare queste parole varcando la porta della sua abitazione a Boschetti di Centallo. Arriva dal sud dell’India dove era in viaggio d’affari con la sua compagna Franca Demaria (Ramello si occupa della promozione del vino italiano). Ed è riuscito a rientrare per il rotto della cuffia, prima che il Paese indiano dichiarasse la quarantena e chiudesse tutti gli spazi aerei.

Sebastiano ha raccontato su facebook la sua odissea. Viaggiatore “seriale” e professionale da quando era ragazzo, nonché profondo conoscitore del sud-est asiatico, era fermo da tre mesi in India, proveniente dalla Cina. Per cautela contro il Coronavirus, nell’ultimo mese aveva bloccato tutti gli appuntamenti e da qualche giorno si era imposto con la compagna un autoisolamento in una spiaggia solitaria: una soluzione provvisoria, in attesa di poter tornare in Italia. All’atto pratico, tuttavia, questo passaggio è stato tutt’altro che facile, nonostante le sollecitazioni del Console a tornare e il desiderio dei due italiani di lasciare un Paese che, sotto il profilo igienico e sanitario, non offre certo le migliori garanzie.

Per fortuna, dopo contatti senza esito con la Farnesina e con l’Alitalia, la situazione si è finalmente sbloccata il 19 marzo, “grazie all’aiuto di mia cugina Loretta che dall’Australia è riuscita a contattare Air France e a trovare i biglietti aerei con partenza da Bangalore (500 km da raggiungere in taxi), scalo ad Amsterdam e atterraggio a Nizza, dove un caro amico ci è venuto a prendere per portarci a casa”.

Un volo lungo - prosegue Ramello -, dal caos indiano all’indifferenza olandese. Ovunque (anche ad Amsterdam!) poche tracce di precauzioni contro il Coronavirus. Giunti finalmente a casa, “alla finestra i miei genitori: un sorriso, un saluto veloce, un abbraccio virtuale e dopo qualche secondo ci separiamo. Sono 5 mesi che non ci vediamo. Non ci possiamo toccare, ma sappiamo di essere vicini. Io e Franca ci abbracciamo e stappiamo una buona bottiglia di Barolo docg, sapore di casa”.

L’avventura si è conclusa. Con una postilla: “Ora ci toccano, giustamente, due settimane di quarantena”. E una morale: “Se siamo qui non è per merito delle Istituzioni, che ci hanno abbandonato. Ma per la nostra capacità di viaggiatori e per i tanti amici che ci hanno sostenuto dall’Italia e dal mondo: una catena di solidarietà che per noi e per tutti è il bene più prezioso”.