La Cgil provinciale: “Fermiamo le riaperture in deroga”

“La classe imprenditoriale sia lungimirante: ripartire anzitempo, oggi, rischia di allontanare ulteriormente la fine dell’emergenza”

“Sappiamo che non dobbiamo mettere a repentaglio la struttura industriale del nostro Paese, ma non possiamo rischiare di trasformare la paura in rabbia quando il contagio si sta allargando anche sui luoghi di lavoro”. La Segreteria provinciale Cgil riprende una dichiarazione di Maurizio Landini per chiudere la strada a eventuali nuove riaperture. Questo il testo del comunicato stampa inviato ai giornali.

L’ultimo decreto del Governo in materia di emergenza Covid, emanato dopo un lungo e sofferto confronto con i sindacati e la resistenza di Confindustria, ha finalmente deciso la chiusura delle attività non essenziali, allegando al testo una lunga lista di codici Ateco corrispondenti alle attività con permesso di continuare la produzione.
Una decisione necessaria richiesta da una situazione straordinaria.
A pochi giorni dal decreto il quadro della situazione lascia spazio alla triste considerazione che sono tanti, troppi, quelli che fingono di non capire che il virus si combatte riducendo i contatti e le occasioni di contagio. Sempre più aziende si rivolgono ai Prefetti per riprendere l’attività produttiva, si appellano cioè al principio della deroga al decreto per essenzialità della produzione, chiedendo il permesso di far ritornare lavoratrici e lavoratori al lavoro nelle fabbriche.
I numeri sono da capogiro, le richieste di deroghe una valanga. Se a Bergamo si parla di 1.800 domande, a Brescia di 2.980, la nostra provincia conta, ad oggi, un totale di 1.400 richieste di deroga inviate al Prefetto di Cuneo, 1.400 aziende che autocertificano di fornire produzioni essenziali.
Troppe richieste sulle quali Cgil Cisl e Uil provinciali stanno vigilando con grande attenzione segnalando tutti i casi che non rispondono ai requisiti previsti, continuando contemporaneamente il controllo sul rispetto del Protocollo in materia di sicurezza firmato da Governo e parti sociali e alla sua corretta applicazione.
Ci battiamo a fianco dei lavoratori per tutelare la loro salute e per impedire che una presenza concentrata di migliaia di persone in aziende con produzioni non essenziali, favorisca una escalation di contagi, con conseguenze catastrofiche dal punto di vista umano e economico.
“La classe imprenditoriale deve essere lungimirante: ripartire anzitempo, oggi, rischia di allontanare ulteriormente la fine dell’emergenza sanitaria e di ipotecare il futuro del sistema produttivo”.