Così nascono le mascherine dell’Unione del Fossanese

L'ente ha coinvolto oltre 200 sarte di tutta la provincia che, da volontarie, cuciono i dispositivi di protezione per ospedali e cittadini

Continua a crescere, e fa ormai registrare numeri da record, l’iniziativa che l’Unione dei Comuni del Fossanese - ente a cui fanno capo Bene Vagienna, Genola, Salmour, Sant’Albano Stura e Trinità - ha messo in campo durante queste settimane di emergenza dovuta al coronavirus. Circa 220 sarte di vari paesi della Granda lavorano, da volontarie, per cucire mascherine; il materiale necessario viene in parte donato direttamente da aziende, in parte acquistato attraverso offerte che fanno i cittadini anche grazie a un conto corrente bancario che la Cassa di risparmio di Fossano ha attivato ad hoc in modo gratuito. I dispositivi di protezione individuale vengono destinati innanzitutto alle strutture sanitarie della provincia, ma arrivano anche nelle farmacie locali (nei comuni dell’Unione del Fossanese e nella stessa Fossano) dove i residenti possono richiederle. Stanno inoltre giungendo richieste anche da fuori provincia, ad esempio dal Torinese dove ce n’è bisogno per le Forze dell’ordine: “Cerchiamo di esaudire tutte le richieste”, spiega Claudio Ambrogio, sindaco di Bene Vagienna e presidente dell’Unione del Fossanese. Ad occuparsi del trasporto delle mascherine ai destinatari sono spesso gli stessi sindaci dell’Unione.