L’appello di Franco Blandino, medico di famiglia: “Restate a casa. C’è chi non può farlo”

"Così vivono l’epidemia tutti gli operatori della sanità, tutti quelli che si occupano di assistenza ai malati e agli anziani, dai farmacisti ai portantini, dalle Infermiere alle Oss"

foto generica medico di famiglia

“Restate a casa”. Una parola in questi giorni di inizio primavera, dopo un mese (o poco meno) di clausura. Eppure, mai come oggi, è essenziale stringere i denti e continuare la pratica del “distanziamento sociale”, meglio ancora dell’autoisolamento, per limitare e se possibile azzerare (magari!) la diffusione del contagio. Vale allora la pena ricordare che c’è chi, questo sacrificio, non può permetterselo. Perché è tenuto ad uscire: operatori sanitari, lavoratori in comparti essenziali, forze dell’ordine... Per questo, riprendiamo e rilanciamo il messaggio di Franco Blandino, medico di famiglia a Fossano, pubblicato sulla sua pagina facebook.

#RESTATEACASA, voi che potete. A voi che vi stancate di stare a casa a leggere, pulire, badare ai figli, cucinare, stare davanti al pc... vorrei ricordare che noi medici andiamo invece a visitare i malati, a casa, in ospedale e in ambulatorio, chiedendoci se qualcuno ci porterà una sorpresa, oggi o domani... e lo si saprà tra 15 giorni. Perché i 15 giorni partono dal “contatto” e a noi non fanno il tampone se non siamo sintomatici (cioè palesemente malati). Per me i 15 giorni partono quindi da ieri se quel paziente con la tossetta aveva il Covid-19, o da oggi se ce l’aveva quel paziente che aveva la febbre intermittente, o da domani se... per il medico ogni “dies” è “a quo”. Molto divertente, per noi e per le nostre famiglie.
Così vivono l’epidemia tutti, tutti, gli operatori della sanità, tutti quelli che si occupano di assistenza ai malati e agli anziani, dai farmacisti ai portantini, dalle Infermiere alle Oss. Capisco l’impazienza di tutti, soprattutto condivido l’angoscia per il non lavoro-non profitto, ma la situazione è completamente nuova, i numeri sono fasulli (in troppi casi sospetti non si riesce ad ottenere il tampone, annoveriamo come morti da Covid decessi dovuti a ben altre cause, in compenso non facciamo i tamponi a tutti i deceduti...) e credo che in realtà nessuno sia in grado di fare previsioni attendibili, gli unici modelli possibili sono quelli matematici, l’unico dato verosimile è che siamo forse al plateau prima della discesa... da prendere con le pinze, i tempi non saranno certo brevi. Oggi l’autoprotezione e l’isolamento sono le uniche armi, in attesa del vaccino. Possiamo farcela”.