“Sarà una Pasqua in tono minore per ciò che concerne l’apparato celebrativo, ma alla quale non mancherà assolutamente nulla del suo Mistero più profondo che è la Resurrezione con cui Cristo ha sconfitto per sempre la morte. Questo è il fondamento della nostra fede e della nostra speranza”. “La Pasqua non è un mito, è la verità cui ci aggrappiamo”.
Da Gerusalemme, il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, invita ad “alzare lo sguardo verso il Sepolcro vuoto di Cristo” e non a “fermare il nostro cuore al Venerdì Santo”. La Pasqua di quest’anno nella Città Santa sarà più che mai nel segno della Resurrezione nonostante il Coronavirus Covid-19. La pandemia in Israele ha provocato fino ad ora migliaia di contagiati e decine di vittime, costringendo le Autorità a imporre, tra le varie cose, anche la chiusura della Basilica del Santo Sepolcro. Per la prima volta, a memoria d’uomo, le celebrazioni pasquali saranno così senza il concorso di fedeli e dei gruppi di pellegrini, tutti cancellati. Una Pasqua a porte chiuse, salvo ripensamenti dell’ultima ora delle Autorità israeliane. Nei giorni scorsi i capi delle tre Comunità cristiane residenti nella Basilica, i patriarchi greco-ortodosso e armeno di Gerusalemme, Teofilo III e Nourhan Manougian, e lo stesso Custode di Terra Santa, avevano assicurato la prosecuzione delle preghiere e delle celebrazioni all’interno del Luogo Santo nel pieno rispetto delle misure protettive adottate per contenere la diffusione del virus. Ma il 25 marzo la Polizia israeliana ha disposto precauzionalmente la chiusura della basilica del Santo Sepolcro.
“Nel corso della storia – ricorda padre Patton – i cristiani hanno spesso dovuto vivere la Pasqua con il cuore fermo al Venerdì Santo. Penso ai tanti nostri fratelli che continuano a vivere ancora oggi la Pasqua in contesti di tensioni e guerre come in Siria e in Libia per esempio. Ma è proprio in queste situazioni che deve penetrare la luce pasquale, così come negli stati di sofferenza e di morte”.
Padre Patton, che Pasqua sarà questa che ci accingiamo a celebrare in piena pandemia?
La Pasqua è la matrice della nostra vita: Gesù ha vinto la morte. Lo ha fatto non evitandola, schivandola, ma attraversandola. E così anche molte persone che si trovano a vivere questo momento in comunione con Lui qui, sul Calvario. Credo che questo messaggio sia particolarmente importante per chi soffre, per chi si trova a vivere la Pasqua personale, la sua stessa morte... continua a leggere
Daniele Rocchi (fonte SIR)