Mamme super tecnologiche per aiutare i figli nelle lezioni

Elisabetta: "Dopo i primi giorni quella sensazione di vacanza è finita"

Christina - wocintechchat-unsplash

“Per i miei figli i primi giorni in cui siamo stati costretti a stare a casa era come essere in vacanza, una festa. Anche i compiti non erano ancora molti perché gli insegnanti non sapevano quanto sarebbe durata l’emergenza. Adesso la situazione si è assestata. Quello che è certo è che più che una mamma mi sono dovuta improvvisare un’esperta in tecnologia”. Questa è la vita di Elisabetta di Genola, chiusa in casa, come tutti, con tre figli da gestire: uno frequenta la prima Media, le figlie il primo e il terzo anno delle Superiori, rispettivamente il Grafico pubblicitario di Savigliano e il liceo Scienze umane di Saluzzo. Ma Elisabetta è anche insegnante alla scuola primaria di Genola.
“Noi siamo fortunati perché abbiamo gli strumenti, anche se non è stato facile organizzare una postazione per tutti. E poi c’è il problema delle lezioni in contemporanea, che richiedono la stessa applicazione, oltre a quello della linea, che se è sovraccarica diventa lentissima”. Bello anche il rapporto con gli insegnanti, alcuni dei quali hanno creato l’occasione di “far incontrare in videochiamata i ragazzi per farli parlare e esteriorizzare i loro vissuti aiutandoli a gestire l’ansia”. Ma i giorni passano e la mancanza degli amici cresce. “Soprattutto al più piccolo manca la possibilità di poter uscire a giocare con i compagni, ma anche le grandi patiscono la mancanza delle uscite. Diciamo che siamo relativamente fortunati ma quella sensazione di vacanza è finita!”.
Come insegnante alla terza Primaria, Elisabetta sta adottando nuove strategie per coinvolgere i suoi bambini. “Ogni insegnante si improvvisa per mantenere il contatto. Alcune colleghe hanno chiamato uno a uno i bambini, io stavo pensando di ricreare la ritualità del lunedì, un momento in cui ci trovavamo in cerchio per leggere insieme una storia. Lo faremo dal ‘sofà’ utilizzando il sito delle storie raccontate. E poi vorrei per Pasqua chiamare tutti in videoconferenza per rivederci e ricreare quello che tanto ci manca: la relazione di classe. Pensavo anche di creare sul tablet una bacheca virtuale dove ogni bambino possa mettere un disegno per sentirci una comunità!”. Una scuola, insomma, che in pochi giorni ha dovuto rinnovarsi e innovarsi. “Sì, come insegnante e mamma ti metti in gioco e scopri nuove risorse, nuovi siti anche molto interessanti e una nuova metodologia che continuerò ad adottare anche in seguito. È sicuramente un nuovo mondo per tutti. Il problema resta per quelle famiglie e quei bambini che questi strumenti non li hanno”.
Cristina di figli ne ha ben cinque: il più piccolo ha tre anni, tre frequentano la Primaria: prima, terza e quinta, e la più grande la seconda Media. “Sono ragazzi che erano abituati a fare tante cose: sport, rientri a scuola, incontri con gli amici, ma hanno reagito comunque bene. E poi sono a casa con mamma!”. Cristina si dice fortunata perché in casa la tecnologia non manca: ci sono due computer, due tablet, il cellulare e la stampante. Il sindaco di Trinità, su richiesta, stampa il materiale scolastico per chi non ha la stampante e lo consegna su appuntamento in Comune, “ma per i bambini in difficoltà viene comunque a mancare il sostegno nei compiti - spiega Cristina -. I bambini che a scuola faticavano, sicuramente faticheranno sempre di più”.