Papa alla Via Crucis, in preghiera con le parole dei carcerati

Per la prima volta in sette anni di pontificato, il Papa guida la Via Crucis non dal Colosseo, ma dal sagrato della basilica di San Pietro, in una piazza ancora una volta deserta. Le 14 meditazioni, scritte dalla comunità del carcere "Due Palazzi" di Padova, sono storie vere, ma in forma anonima

Papa Via Crucis in piazza San Pietro
Foto Siciliani-Gennari/SIR

Il Papa sul sagrato della basilica di San Pietro, in una piazza deserta, come era avvenuto due settimane fa con la supplica per invocare la fine della pandemia di Covid-19. Nella prima Via Crucis del suo pontificato lontana dal Colosseo Francesco è ancora una volta solo, ma porta con sé tutta la sofferenza del mondo – collegato in mondovisione – e in particolare quella delle vittime della pandemia di Covid-19, che non fa differenze di colore, etnia, religione o provenienza. Il cammino della Croce intorno all’obelisco fino al centro del sagrato, delimitato dalle delle fiaccole sui sanpietrini, è condotto da due gruppi, di cinque persone ciascuno: quello della Casa di Reclusione “Due Palazzi” di Padova, cui sono affidate le meditazioni, e quello della Direzione Sanità e Igiene del Vaticano. I testi che scandiscono le 14 stazioni, raccolti dal cappellano don Marco Pozza e dalla volontaria Tatiana Mario, sono storie vere scritte in prima persona, ma in forma anonima, in modo che la voce di uno sia la voce di tutti. E la preghiera silenziosa di Francesco, in piedi di fronte al Crocifisso di San Marcello al Corso, nella dodicesima stazione che fa memoria della morte di Gesù, è davvero la preghiera di tutti.
Le lacrime di vittime e carnefici. “Quando, rinchiuso in cella, rileggo le pagine della Passione di Cristo, scoppio nel pianto: dopo ventinove anni di galera non ho ancora perduto la capacità di piangere, di vergognarmi della mia storia passata, del male compiuto”. È la confessione di un ergastolano, che commenta la prima stazione della Via Crucis con accenti molto personali... continua a leggere

M.M. Nicolais (fonte SIR)