Lasciateci coltivare i nostri orti e giardini. Anche quando si trovano ad una distanza, dalle nostre abitazioni, che supera i 200 metri, la soglia oltre la quale non è consentito spingersi se non per un ristretto numero di motivi, come vogliono le norme straordinarie introdotte per l’«emergenza coronavirus». È questa la presa di posizione dell’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.
Il suo presidente Marco Bussone riferisce di essersi rivolto al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. “Ho scritto a nome di Uncem – spiega – una ennesima lettera al ministro Bellanova per chiederle un intervento a livello nazionale che liberi orti, giardini, vigneti, piccoli poderi, uliveti. Oggi, se non sono proprio attaccati all'abitazione, non si possono coltivare: e sono arrivate anche sanzioni da parte di Forze dell'ordine non proprio comprensive per chi si è spostato oltre i consentiti 200 metri da casa. Alcune Regioni hanno permesso di coltivare e gestire gli appezzamenti di proprietà a chi non costituisce un'azienda o un'impresa con codici ateco 01 o 02; ma occorre un permesso nazionale per consentire la gestione dell’orto almeno se si trova nel Comune vicino, a pochi chilometri di distanza. Vale anche per gli animali”.
Se la ministra interverrà, “le economie famigliari ne beneficeranno, con un autosostentamento che fa bene al bilancio delle famiglie e anche alla biodiversità e alla cura dei territori”. “Non perdiamo l'annata e la stagione”, aggiunge il presidente di Uncem, che lancia infine un monito: “Se le patate non le mettiamo ora, a fine giugno non le togliamo. Così tutto il resto. Questa è una fase sanitaria complessa, ma anche la natura fa il suo percorso e gli orti sono importantissimi per centinaia di migliaia di famiglie italiane”.