Dieci semplici regole per riconoscere le tante “bufale” che circolano in rete

La disinformazione è pericolosa sempre, tanto più quando riguarda la salute

fake news
Foto SIR

Il Coronavirus l’hanno inventato i Governi per poterci controllare con le app; le antenne del 5G favoriscono la diffusione del virus... E via complottando. Sono solo alcune delle tante bufale (fake news) che circolano con una virulenza incredibile (il Covid-19 al confronto è un dilettante) sui social media di tutto il mondo, inoltrati di chat in chat complice il fatto che milioni di persone, chiuse in casa e impaurite per l’epidemia, hanno un sacco di tempo da far trascorrere. Inoltre, come testimoniano autorevoli studi sui social svolti in tempi “normali”, il senso critico di molte persone è come affievolito e superato dalla necessità di condividere. Comportamento plasticamente sintetizzato nell’adagio “Il dito è più veloce del cervello”.
Una “pericolosa epidemia di disinformazione” l’ha definita qualche giorno fa il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres (qui la notizia). La sua voce, ancorché autorevole, non è l’unica. Richiami in tal senso sono venuti da altre istituzioni, come la Commissione europea, o da organizzazioni ed enti che si occupano di informazione e giornalismo. Come il Corecom (Comitato regionale per le Comunicazioni) Sicilia che ha stilato un decalogo per difendersi dai malintenzionati (anche a seguito dell’indagine aperta dalla polizia postale su frodi informatiche avviate sfruttando la paura per il Covid-19). Dieci semplici regole (vedi l'infografica) da osservare e applicare per verificare se le notizie rintracciate o ricevute online sono false. Disinformazione e fake news sono pericolose sempre, tanto più quando riguardano la salute delle persone.