La situazione attuale di emergenza Covid19 ci sta mettendo a dura prova adesso, ma sicuramente lo farà anche nel prossimo futuro: superata infatti questa, che conosciamo come “fase di emergenza”, in cui siamo tutti più concentrati sulla salvaguardia della vita e della salute, si sta per avviare la “fase due” che porterà da una parte ad essere più attenti alle richieste del mondo del lavoro e dall’altra a riflettere sulle conseguenze e sulle ripercussioni che la distanza sociale potrà avere da un punto di vista psicologico sui bambini e sugli adolescenti e dal punto di vista educativo sui loro genitori.
La vita dei bambini è stata sconvolta a causa della chiusura di scuole, palestre, aree gioco pubbliche e del cambio repentino di tutte le abitudini relative alla socialità. Ma mentre all’inizio è parsa quasi come una vacanza, successivamente le famiglie si sono trovate a dover gestire ansie, preoccupazioni, irritazioni che il prolungare dell’isolamento potrebbe ulteriormente inasprire.
Da una parte dovremo aiutare i nostri figli a ridefinire una nuova routine, “legata” alla situazione di emergenza che potrà aiutarli a reggere sul lungo periodo; dall’altra parte ci toccherà prevenire i sentimenti negativi (es. bambini che hanno paura di uscire, di ammalarsi, adolescenti che vogliono mangiare separati dai genitori…) o eventuali regressioni (es. bambini che tornano a dormire nel lettone) che la convivenza forzata in casa e l’isolamento sociale hanno determinato in loro.
In questo periodo, gli esperti (psicologi, pedagogisti, educatori) ci hanno già suggerito delle strategie per aiutare noi e i nostri figli ad affrontare la situazione di emergenza (mantenere le routine quotidiane, svolgere un minimo di attività motoria, svolgere lavoretti in casa come cucinare, fare bricolage, regolamentare l’uso del computer, ecc.).
Alcune regole sono fondamentali per prevenire le situazioni di disagio, ma le risposte non possono essere uguali per tutti: occorre assolutamente tenere conto dell’età (è diverso il vissuto di un bambino di 3 anni, rispetto a quello di 8 oppure dell’adolescente), così come è importante tenere conto delle diverse specificità (c’è il bambino iperattivo, il bambino un po’ “mammone”, il bambino pauroso, il bambino disabile, ecc.), delle diverse organizzazioni familiari (genitori entrambi a casa oppure entrambi al lavoro, genitori separati, famiglie in difficoltà economiche e/o sociali, ecc.) e delle differenti condizioni abitative (chi vive in un appartamento, chi in una casa con giardino, casa piccola o grande, campagna o città, presenza o meno di animali domestici, ecc…).
Per questi motivi gli operatori del Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASLCN1, con la collaborazione del giornale, vogliono proporre questo spazio di consulenza un po’ più “personalizzata” attraverso la creazione di una rubrica.
Lo vogliamo intendere come una sorta di viaggio, un itinerario a tappe settimanali in cui si cammina individualmente e ci si incontra, scambiandosi bisogni e aiuti.
Chi siamo? Siamo una struttura pubblica ambulatoriale dell’ASLCN1, con sede a Fossano, costituita da un gruppo di operatori sanitari che si occupano di bambini e ragazzi da 0 a 18 anni e delle loro famiglie, con difficoltà temporanee o croniche, da lievi a gravi.
In che modo ci possiamo incontrare? Con una rubrica su questo giornale, una sorta di comunicazione epistolare, dove potete fare domande, esprimere dubbi, richiedere pareri e – nei numeri successivi – trovare risposte o spunti di riflessione utili a tutti coloro che si identificano in quella particolare situazione.
Perché? Desideriamo essere presenti e contribuire a promuovere e preservare la salute comune, non solo fisica ma anche emotiva, che in questo preciso momento è messa a dura prova.
Chi può scriverci? Chiunque abbia bisogno di chiarire un dubbio, di fare una domanda, di chiedere un parere educativo, di risolvere un problema di organizzazione familiare che il Covid19 ha creato.
Come risponderemo? Raccoglieremo le esperienze, gli spunti e le domande di tutti e cercheremo di rispondere alla maggioranza degli interrogativi e di dare voce ai pensieri.
Come partecipare? Potete scrivere una mail a “La Fedeltà” (all’indirizzo lafedelta@fedelta.it) che garantirà il vostro anonimato. Raccoglieremo le domande di tutti e le raggrupperemo in temi di discussione che verranno riproposti sul giornale settimanalmente per i prossimi due mesi.