Le due sorelle di Villafalletto (1ª parte)

Verra Clementina E Maria

Profuma di Betania quella casa di via Valdo a Villafalletto. E volesse Dio che in ogni parrocchia davvero ce ne fosse una così, dove si cerca di coniugare azione e contemplazione e dove si spalancano le porte per accogliere Cristo nei fratelli. Pur non chiamandosi Marta e Maria, quelle di Villafalletto, poi, a quelle due somigliano assai e neppure si indovina a quale sia toccata “la parte migliore”, perché entrambe vi si alternano, sorreggendosi e stimolandosi a vicenda per una spiritualità sempre più intensa, coniugata ad una altrettanto intensa partecipazione alla vita parrocchiale, secondo le specificità e i carismi di ognuna. Vien quindi voglia di chiedere al buon Dio che regali almeno un paio di donne così ad ogni parrocchia, anche se non sempre son capite, a volte magari criticate, spesso tacciate da “perpetue” se non addirittura ficcanaso, con ciò sottintendendo che comandano sul prete e sono le “padrone” della parrocchia, mentre invece hanno il solo pregio di caricarsi delle incombenze più umili, che altri accuratamente evitano. Sembra quasi non sia un caso che le sorelle Verra abitino ad un tiro di sasso dalla chiesa. E non solo per la comodità di portar da loro paramenti, indumenti e tovaglie da rassettare, stirare e accomodare, quanto per la facilità che così hanno di indirizzare alla chiesa chi viene alla loro porta a bussare. Casa Verra è fatta così, crocevia di una strada che a senso unico porta a Gesù, perché qui si viene anche per imparare a cucire o misurare un vestito, ma soprattutto qui ci si dà appuntamento per una preghiera da dire, un consiglio da avere, una confidenza da fare, un incoraggiamento da ricevere.

A volte può sembrare più il parlatorio di un convento che l’abitazione di una famiglia normale, ma la cosa non sembra dispiacere affatto alle dirette interessate, dato che Maria ha sempre avuto una forte inclinazione per la vita religiosa, da cui ha dovuto desistere soltanto a causa della cagionevole salute. Clementina, tra le due, è sicuramente la più briosa, effervescente e dinamica; per lei rinunciare al ballo è sicuramente un grande sacrificio perché ha la musica nel sangue, ma scrupolosamente se ne astiene, come si conviene ad una buona “Figlia di Maria” e ad una giovane di Azione Cattolica. Di questa organizzazione laicale, che soprattutto nella prima metà del Novecento ha segnato così fortemente e positivamente la nostra gioventù, assorbe ed incarna principalmente l’obbiettivo di un apostolato umile, intenso e fecondo, esplicato prima come delegata delle Beniamine e poi delle Giovanissime. La sua contagiosa esuberanza e la sua vitalità prorompente, però, la portano a far presa in modo speciale sulle Aspiranti, di cui è delegata per circa 10 anni. “Riusciva ad entusiasmarle e ad intercettarle facilmente grazie al suo carattere semplice, sincero e gioioso”, ricordano ancora oggi a Villafalletto, a distanza di quasi sessant’anni, così come c’è chi ama sottolineare che “con la sua dedizione e con la sua visione moderna delle cose sapeva creare un vero entusiasmo nelle giovani” anche attraverso il movimento ricreativo “Forza e Grazia” di cui per qualche tempo è incaricata.

L’aspetto caritativo, che in un cristiano autentico va sempre a braccetto con la sua fede e il suo apostolato, si esprime in lei attraverso l’adesione al Fac (Fraterno Aiuto Cristiano); la ragazza di Villafalletto, con la sua innata generosità, si lascia contagiare dalle finalità del movimento fondato da don Paolo Arnaboldi, diventandone a livello parrocchiale uno dei più attivi sostenitori e lasciandosi modellare, secondo lo spirito del fondatore, nella radicalità del Vangelo vivo, coltivando uno stile pastorale sempre più aggiornato e al passo con i tempi. Intanto, negli scampoli di tempo libero lasciatile da questa intensa partecipazione alla vita parrocchiale, collabora attivamente al decoro delle celebrazioni liturgiche facendo parte della cantoria che, soprattutto a quell’epoca, è strumento indispensabile per solennizzare i vari momenti celebrativi della comunità.

(1-continua)