Dal 18 maggio riprendono le messe, tutte le norme da osservare

Cresime e prime comunioni rinviate all’autunno; no a processioni e pellegrinaggi; sì al rosario in chiesa

Lipsia ( Germania ), 20 aprile 2020. Chiesa della Trinità. Distribuzione della Eucarestia e distanziamento di sicurezza durante la Messa.
Foto Siciliani-Gennari/SIR

Da lunedì 18 maggio riprende la celebrazione delle messe con i fedeli. Lo ha stabilito un Protocollo firmato il 7 maggio dal presidente del Consiglio dei ministri e dal presidente della Conferenza episcopale italiana, che fissa alcune norme per la sicurezza sanitaria delle celebrazioni sacramentali. A partire da questo testo il vescovo di Fossano e Cuneo ha emanato lunedì scorso un lungo decreto (qui il testo completo). La novità principale è che le messe e gli altri sacramenti (cresime e prime comunioni escluse), nelle chiese delle diocesi di Cuneo e Fossano (ma la vicina Mondovì ha scelto di attendere ancora una settimana), tornano ad essere celebrate con il popolo, ma dovranno rispettare una serie di regole.
In sintesi: niente assembramenti in chiesa o in sacrestia, gli accessi in chiesa sono contingentati con un numero massimo di fedeli che determina ogni parrocchia, i banchi devono essere dotati di segnaposto per garantire la distanza tra i fedeli, tutti (tranne i celebranti) devono indossare mascherine, la comunione viene distribuita in mano ai fedeli da sacerdoti e ministri straordinari (che, quando svolgono questa funzione, devono indossare guanti monouso e mascherina e passare tra i banchi). Tuttavia, “quando sono pochi, ad esempio nei giorni feriali e nelle piccole comunità, si può permettere la processione all’altare per la Comunione, nel rispetto della distanza di sicurezza sanitaria”. Inoltre, non ci sarà il coro ad accompagnare la liturgia con il canto, ma solo l’organista e qualche cantore, né verrà distribuito alcun libretto dei canti; niente acquasantiera ma gel igienizzante per le mani, niente scambio della pace.
Il parroco (che è responsabile della sicurezza sanitaria dei luoghi di culto) dovrà organizzare la ripresa, anche in modo graduale, delle celebrazioni e provvederà a informare i fedeli sulle norme adottate con appositi cartelli posti all’ingresso delle chiese. Ovviamente, meglio evitare le messe in chiese o cappelle piccole, in questi casi - suggerisce il decreto - si può, in alternativa, valutare la celebrazione all’aperto, una soluzione che l’arrivo dell’estate, in alcuni casi, potrebbe favorire. Sarà possibile, ma solo per il periodo dell’emergenza, aumentare il numero delle messe festive nei periodi in cui si preveda una maggior affluenza di fedeli.
I fedeli che desiderano partecipare alle funzioni dovranno indossare la mascherina e igienizzarsi prima le mani, non potrà entrare in chiesa chi ha una temperatura superiore ai 37,5 gradi o con sintomi influenzali o che sia stato in contatto con una persona positiva al Coronavirus.

Il decreto contiene inoltre una serie di norme riguardanti l’igiene e la pulizia di oggetti liturgici, microfoni e posti a sedere da attuare alla fine di ogni celebrazione (ma non è necessario l’intervento di ditte specializzate).
Dal 18 maggio con le messe riprendono anche i battesimi, i matrimoni e i funerali in chiesa. Per questi ultimi cadrà il limite di 15 persone, sostituito dal numero massimo di fedeli che potrà accogliere in sicurezza la chiesa. Resta il divieto di accompagnare processionalmente il feretro dalla casa o dalla posa fino alla chiesa e poi fino al cimitero. Si consiglia di celebrare le veglie per i defunti in chiesa e non nelle case private.
Il decreto (art. 20) conferma il rinvio all’autunno per prime comunioni e cresime, con la possibilità di rimandarle alla primavera del prossimo anno.
Infine, sono sospese tutte le processioni (e i pellegrinaggi) per il mese mariano ai piloni e santuari e per il Corpus Domini; sono però ammesse preghiere e veglie comunitarie in chiesa, come i rosari per il mese di maggio.
Dunque, con la “fase 2” inizia anche la ripresa delle celebrazioni, non senza qualche preoccupazione per i parroci che in questi giorni si stanno organizzando per garantire l'attuazione di tutte le norme. A tutta la comunità ecclesiale (e anche alle altre confessioni religiose) e a ciascuno è chiesto di fare la propria parte, nel rispetto delle norme, con responsabilità.