Giornata di preghiera, digiuno e invocazione per l’umanità

A promuovere l’iniziativa è l’Alto Comitato per la Fratellanza umana. Una realtà che si è costituita lo scorso anno, a pochi mesi dallo storico incontro ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, tra Papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb

preghiera del rosario
foto SIR

Una Giornata di preghiera, digiuno e invocazione per l’umanità programmata per giovedì 14 maggio: a proporla è l’Alto Comitato per la Fratellanza umana. “È una preghiera per tutti - dice il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso -. Di conseguenza ci ha fatto molto piacere sapere che sono già arrivate adesioni all’iniziativa da altre istanze della comunità internazionale, come quella del segretario generale dell’Onu, capi di Stato e personalità del mondo religioso e non, il che ci fa prevedere che in fondo nel cuore di tutti gli uomini c’è questo desiderio che, una volta finita la pandemia, possiamo ritrovarci e vivere come fratelli e sorelle in umanità, ciascuno a partire dalla sua cultura e tradizione, nel rispetto della diversità”.
A promuovere l’iniziativa è l’Alto Comitato per la Fratellanza umana. Una realtà che si è costituita lo scorso anno, a pochi mesi dallo storico incontro ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, tra Papa Francesco e il grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb. Il cardinale, che presiede il Comitato, spiega: “Abbiamo assunto questa responsabilità che ci è stata affidata per implementare i contenuti del Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Oggi il mondo è trafitto, addolorato, disorientato. Colto di sorpresa, si è fermato e più della metà della popolazione mondiale è stata confinata nelle case, rinchiusa in attesa di una soluzione a questo problema per il quale si stanno facendo sforzi. Abbiamo quindi capito – ispirati da Papa Francesco – che era il momento di fare una sosta per elevare a Dio le nostre preghiere e chiedere la fine di questa pandemia. Questa crisi ci ha messo di fronte alla realtà di essere parte dell’unica famiglia umana. Siamo tutti sulla stessa barca”.
Il card. Ayuso precisa: “Sarà un momento di preghiera. Non è questo il momento per organizzare qualche atto formale. L’iniziativa intende piuttosto lanciare un richiamo perché mentre ci proteggiamo, ci difendiamo, cerchiamo di recuperare una certa normalità, mentre aspettiamo che il mondo della scienza possa scoprire un trattamento, noi ci fermiamo e ci uniamo in preghiera. Ciascuno lo farà dentro le proprie case. Chi lo farà compiendo atti di carità e misericordia, chi nel silenzio di una riflessione, ma tutti uniti per implorare la fine della pandemia. Quando finirà questa crisi, saremo chiamati a ricreare e popolare spazi di fraternità, solidarietà e pace. Da questa pandemia, dovrà rinascere un uomo nuovo”.