“Non è ancora arrivato il momento della movida”

Cirio e Appendino condividono un pacchetto di misure restrittive per il Piemonte e per Torino

Cirio Appendino

Temono la “movida” il governatore del Piemonte Alberto Cirio e la sindaca di Torino Chiara Appendino. Ne temono, perlomeno, quegli effetti - imbarazzanti per dispregio delle regole e del buon senso - che si sono visti in alcune città italiane all’indomani della riapertura. E per questo hanno adottato nuove misure con l’obiettivo di attutirne i colpi, in vista della riapertura di bar e ristoranti (posticipata per cautela di cinque giorni rispetto al resto del Paese). Le disposizioni sono state valutate nei giorni scorsi al tavolo del Comitato per la sicurezza pubblica, annunciate oggi, venerdì 22 maggio, ed entreranno in vigore sperimentalmente già nel prossimo week-end.

La prima consiste nell’obbligo di usare la mascherina non soltanto nei luoghi chiusi e in quelli all’aperto laddove non è possibile mantenere la distanza di un metro (come già previsto dalla normativa nazionale), ma anche nelle pertinenze di centri commerciali e supermercati, “dal momento in cui si esce dall’auto a quello in cui si rientra” - come ha esemplificato Cirio. È un po’ la risposta all’immagine ormai celebre dell’assembramento davanti all’Ikea di Roma.

La seconda consiste nel divieto della vendita di alcolici da asporto, nei luoghi della movida, dalle 19 del giovedì e, con lo stesso orario, nelle sere di tutto il week-end. Vuol dire che non è possibile - dopo quell’ora - acquistare una bottiglia di birra e consumarla per strada o su una panchina. Dopo le 19 la si potrà consumare soltanto nel locale o nel dehors dove è stata comprata. L’ordinanza prende le mosse dall’analoga disposizione varata dall’Amministrazione torinese per le strade del “quadrilatero romano” (il centro storico della città della Mole).

Stessa genesi anche per la terza misura, che impone la chiusura di bar e ristoranti dall’1 di notte. Se vorranno - ha aggiunto Cirio - i sindaci potranno disporre misure anche più restrittive.

Il “pacchetto” è stato presentato e commentato nella sede della prefettura di Torino, davanti al prefetto Claudio Palomba e con i vertici delle Forze dell’ordine collegati in videoconferenza. Toccherà a loro, infatti, garantirne il rispetto evitando che il ritorno alla socialità diventi occasione per trasgredire le regole anti-contagio tuttora in vigore a tutela della salute pubblica.

Più dei controlli e delle sanzioni (che possono andare dai 300 ai 4.000 mila euro per i singoli cittadini e alla sospensione o revoca della licenza per i titolari dei locali), tutti quanti hanno puntato sul senso di responsabilità di ciascuno, dal quale dipende in ultima istanza il successo (o meno) della “fase 2”.

“Non siamo ancora al momento della movida - ha affermato Cirio -. Il monitoraggio dei contagi, in queste settimane, non presenta indicatori di allarme per il Piemonte. Ma bisogna essere molto attenti”. “In questi mesi - ha concluso Appendino - ho visto molti giovani prendersi cura della comunità, in famiglia e con attività di volontariato. Chiedo loro di essere parte attiva anche in questa seconda fase. Il tema non è cosa facciamo, ma come lo facciamo”.