Calano i ricoveri, gli ospedali verso una nuova normalità

Il punto su Asl Cn1 e Santa Croce e Carle di Cuneo

Ospedale Carle Cuneo
foto dal sito web dell'ospedale Carle

L'emergenza Covid non è ancora finita. Ma con i numeri attuali gli ospedali dell’Asl Cn1 e dell’Azienda Santa Croce e Carle di Cuneo sono autorizzati a tirare un primo cauto sospiro di sollievo. A confermarlo - al di là delle sensazioni - è la fotografia dei ricoveri aggiornata a lunedì 25 maggio.

Partiamo da Cuneo, dove tra Santa Croce e Carle ci sono tuttora una trentina di ricoverati, per la stragrande maggioranza dei casi nei reparti a media o bassa intensità. Uno soltanto è in rianimazione: un paziente già precedentemente in struttura e che è peggiorato nelle ultime ore. È un quadro ben diverso da quello di marzo-aprile, quando si raggiunsero fino a 156 posti letto dedicati a pazienti Covid, con livelli medi di gravità molto più elevati e una terapia intensiva che venne ampliata fino a raggiungere 21 posti: 16 al Santa Croce e 5 al Carle.

La stessa tendenza la ritroviamo a Saluzzo, dove si contano 22 ricoveri a media intensità su 46 posti letto disponibili. Altri 24 sono già stati smantellati. Restano attrezzati 6 posti in terapia intensiva, attualmente inutilizzati, mentre altri 5 sono stati chiusi per sanificazione, in vista di riaprire sotto una diversa veste. Poco più della metà sono i posti occupati a Ceva, in reparti di media e bassa intensità: 21 su 38 disponibili.

A Mondovì si contano ancora 5 posti occupati in terapia intensiva sugli 8 disponibili. Altri 2 sono stati chiusi. Non c’è più, chiuso per sanificazione, anche il reparto di media intensità che contava 21 posti.

È “Covid free”, infine, l’ospedale di Savigliano, che era stato escluso dalla ripartizione degli infettivi per la difficoltà strutturale a garantire la differenziazione dei percorsi con i pazienti non Covid.

Il progressivo svuotamento dei reparti infettivi apre ora la strada a un rilancio dell’attività ordinaria, mai cessata per le prestazioni urgenti (negli ospedali “puliti” o in quelli che potevano permettersi il “doppio binario”), ma che ha certamente subito un rallentamento. A breve dovrebbe essere annunciato il richiamo dei pazienti in classe D (differibile) che erano stati stoppati a marzo e aprile e le cui prenotazioni occuperanno i mesi di giugno e luglio. In parallelo bisognerà rimettere in funzione i reparti liberati dal Covid: un’operazione che non ha il carattere dell’immediatezza non soltanto per la (ovvia) necessità di sanificare i locali, ma per quella di rispondere alle nuove regole di sicurezza (in primis il distanziamento sociale) che varranno anche per la sanità ordinaria e che richiederanno una diversa disposizione dei reparti su spazi molto più ampi.

Nello stesso tempo bisognerà attrezzarsi per far fronte a un’eventuale nuova ondata di Coronavirus. La speranza è che non serva. L’obbligo è di farsi trovare preparati. Le modalità organizzative non sono ancora state definite: a giorni verranno valutate a livello di quadrante dalle Asl della provincia di Cuneo insieme con la Regione. Tuttavia, è già sin d’ora ipotizzabile che si cercherà di preservare, nei limiti del possibile, il Santa Croce e Carle di Cuneo, in quanto ospedale cardine di un vasto territorio, limitando il “sacrificio” che ha invece dovuto prestare a questo giro, essendo l’unico strutturalmente già pronto, per fronteggiare un’emergenza imprevista e assoluta.