Il Palio che non c’è… manca già a tutti i Borghi

Non disputato. È quanto si leggerà nell’albo d’oro del Palio in corrispondenza dell’edizione 2020. Sarà la prima volta dal 1987, l’anno in cui cominciò la sua seconda vita, dopo la prima che si svolse dal 1961 al 1969. Giusto così, nessuno lo mette in dubbio. Questo è un anno davvero speciale. E il vuoto nell’albo d’oro è davvero la più piccola delle stravaganze. Ma, per chi vive il Palio come una passione, è impossibile fare spallucce e dimenticare che questo sarebbe stato il fine settimana della sfida. Non lo è certamente per Elena Jachino, costumista e scenografa del Palio. “Fa effetto non essere coinvolta nei preparativi - ammette -. Gli anni passati saremmo stati alla fine di due mesi molto intensi. Invece siamo fermi. Speriamo di poter ripartire il prossimo anno”. Da dove ricominciare? Jachino non ha dubbi: “Dal patrimonio umano: i nostri figuranti, le sarte, la tifoseria... Il Palio è un grande momento di aggregazione, fatto dai fossanesi per i fossanesi, che coinvolge tutte le generazioni, anche i bambini. Ed è un modo per celebrare e far conoscere la nostra storia. Non dobbiamo disperderlo”. Orfani del Palio sono anche i presidenti dei Borghi, i veri motori della competizione. Tre di loro sarebbero stati alla loro “prima volta” nella veste di presidenti. Non avrebbero immaginato di viverla alla finestra. Sono Sandra Giraudo (Piazza), Enrico Dalmasso (San Bernardo), Maria Teresa Cavaglià (Salice). In tutti c’è il rammarico per il debutto mancato, che si unisce anche a quello per la festa del Borgo già saltata o fortemente a rischio. “Il nostro è un Comitato tutto nuovo. E il borgo Piazza non vince dal 2001 - dice Giraudo -. Poteva essere l’anno buono. E invece...”. “C’è rammarico e tristezza - aggiunge Cavaglià -. Il Palio è un’occasione importante per lavorare insieme, per rafforzare il senso di comunità”. “Mi dispiace molto - commenta Dalmasso -. Io sono un amante del Palio, che ho frequentato da figurante, nella tifoseria e negli ultimi anni all’interno del Comitato. Mancherà a tutti”. Mari Dutto sarebbe stata al suo secondo Palio come presidente del Romanisio. Anche lei è dispiaciuta di non poter fare nulla (“la gente ha voglia di uscire”). Ma convinta che l’anno di pausa renderà la prossima edizione ancora più attesa. Sandra Sarvia (Sant’Antonio) e Barbara Grasso (Vecchio) sono invece le “veterane” del gruppo, insieme con Bruno Chiapello (Nuovo), perché già al secondo mandato. “Scelta inevitabile - commenta Sarvia - ma certo, in questi giorni, vien da pensare che saremmo stati proprio nel periodo del Palio. Quest’anno, poi, eravamo partiti in anticipo e pieni di entusiasmo. Peccato”. “L’anno prossimo saremo tutti ancora più agguerriti” - aggiunge Chiapello. “Un anno di pausa non ci farà male - conclude Grasso -. Possiamo ricaricare le batterie e ripartire più forti di prima”. Per dare un segno della loro presenza, i Borghi stanno in ogni caso preparando - d’accordo con il Comune - una piccola sorpresa. Sarà il loro piccolo regalo al Palio e alla città in questo anno sabbatico (e bisestile).