Covid 19, via libera in Regione all’«indagine conoscitiva»

Obiettivo: approfondire e acquisire notizie, informazioni e documenti sulla gestione dell’emergenza nel territorio regionale

Palazzo Regione Piemonte
Foto Facebook: sede della Regione Piemonte

Non sarà una Commissione d’inchiesta, come avevano richiesto le opposizioni, ma una meno inquisitoria indagine conoscitiva, all’interno della quarta Commissione, a ripercorrere i quattro mesi di emergenza Covid 19 in Piemonte. È il punto di intesa trovato giovedì 2 luglio in Consiglio regionale.

L’attività sarà svolta da un gruppo di lavoro individuato dall’Ufficio di presidenza, il cui coordinamento sarà affidato a un rappresentante delle opposizioni. Il documento ha come primo firmatario il presidente del Consiglio Stefano Allasia ed è stato sottoscritto da tutte le forze di maggioranza e di opposizione, esclusa Luv.

“Finito il periodo più critico dell’emergenza Covid-19 - ha affermato Allasia -, penso che sia giunto il momento di svolgere un’indagine con lo scopo di approfondire e acquisire con la massima trasparenza notizie, informazioni e documenti relativi alla gestione dell’emergenza epidemiologica sul nostro territorio regionale. Credo che sia importante fare chiarezza, per capire cosa abbia funzionato bene o male, in modo da pianificare una strategia per affrontare eventuali future emergenze”.

Alberto Preioni (Lega) ha sottolineato che il suo gruppo intende “svolgere tutti gli approfondimenti necessari, ora che questa fase sembra terminata. Spero che questo spazio non diventi un luogo di propaganda politica. Ho visto l’impegno dei nostri sanitari in questi mesi: un impegno totale, sul piano professionale e umano”.

Per Raffaele Gallo (Pd) “il punto di sintesi trovato è accettabile. Non abbiamo interesse a una caccia alle streghe, solo a un luogo di confronto per capire cosa non ha funzionato, per approfondirlo e migliorare la sanità piemontese, in modo da essere pronti anche a un eventuale ritorno della pandemia. Un sistema da difendere nella sua forma pubblica, riorganizzato in questi anni per uscire dal piano di rientro”.

Soddisfatto anche Sean Sacco (M5s): “Dopo una lunga interlocuzione, arriviamo a qualcosa di concreto. Non quello che ci si aspettava, ma meglio di niente. Abbiamo notato nella maggioranza una certa difficoltà ad aprirsi a un’inchiesta, non per fare processi, ma per assumerci responsabilità per quello che è successo nella nostra regione. Perché si parla sempre di autonomia, ma poi si chiedono a Roma le soluzioni”.

Fuori dal coro, invece, la voce di Marco Grimaldi (Luv). “Siamo davanti a una occasione persa, un commissione di inchiesta avrebbe fatto bene a tutti. Spero che qualcuno spieghi il ritardo nell’esecuzione dei tamponi, che ha messo in crisi il sistema della vigilanza attiva che avremmo dovuto fare. Cosa non ha funzionato nell’approvvigionamento del Dpi. E il ritardo nella formazione delle Usca. Il mancato ascolto dei lavoratori della sanità è una delle cause della tragedia”.

Paolo Bongioanni (Fdi): “Voterò a favore, ma non parteciperò alle riunioni. Mi auguro che il gruppo di lavoro operi anche nell’ottica di una riforma del sistema sanitario, perché a inizio pandemia ci siamo trovati davvero con una situazione difficile da gestire organizzativamente”.

Infine, Paolo Ruzzola (Fi), nell’annunciare il voto favorevole, ha chiarito che “lo scopo principale è quello di lasciare a fine legislatura una sanità migliore di quella che abbiamo trovato”.