Nei primi 6 mesi del 2020 meno morti sulle strade

Lungo i collegamenti della Granda, secondo i dati della Provincia che attinge a fonti giornalistiche: è un probabile effetto del lockdown

Un effetto positivo, il coronavirus - o meglio il lockdown con cui si è cercato di contrastarlo - lo ha avuto. E' la diminuzione dei morti per incidente stradale, almeno nella Granda. E' quando emerge dai dati diffusi dalla provincia di Cuneo.

"Il bilancio dei primi sei mesi del 2020 sui morti legati agli incidenti stradali della Granda è più favorevole del solito - fa sapere l'ente provinciale in una nota -. Anche a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, che ha limitato fortemente la circolazione stradale per molte settimane, il totale dei decessi è crollato dai 19 dello stesso periodo del 2019 agli 11 di quest’anno.  In gran parte si è trattato di incidenti d’auto, soltanto in un caso era coinvolto un motociclista e in un altro un ciclista".

Per contro, "un dato allarmante riguarda, invece, il fatto che la metà dei morti, cioè 6 su 12, sia rappresentata da persone anziane o pensionate": "Tant’è - continuano dalla Provincia - che in seguito al primo incidente dell’anno, avvenuto ad Alba il 3 gennaio 2020 e nel quale una signora è morta sull’auto parcheggiata perché investita da una pensionata che ha perso il controllo del suo veicolo,  è partita una petizione che chiede l’estensione delle limitazioni normative in vigore per i neopatentati ai conducenti oltre i 75 anni di età".

Da una ventina d'anni, l'ufficio Stampa della Provincia raccoglie ed elabora quotidianamente le informazioni giornalistiche sugli incidente stradali. Non sono, pertanto, dati rilasciati da fonti ufficiali, ma permettono di seguire l’andamento del fenomeno negli anni e di rilevare i cambiamenti in corso. "E di cambiamenti - sottolineano sempre della Provincia - ce ne sono stati tanti, se si pensa che nel 1998 i morti per incidenti stradali registrati in provincia di Cuneo furono 138. Poi si cominciò a scendere: 125 morti nel 1999, 122 nel 2000, 115 nel 2001, 116 nel 2002, 116 nel 2003, 105 nel 2004, 83 nel 2005, 71 nel 2006, 78 nel 2007, 72 nel 2008, 57 nel 2009, 68 nel 2010. Il trend in discesa è proseguito negli ultimi dieci anni, ma soltanto in un caso il dato è passato sotto la soglia dei 40 morti all’anno, esattamente nel 2016 con 33. Di norma il calcolo dei decessi è sempre rimasto intorno i 50 casi all’anno: 51 nel 2011, 51 nel 2012, 48 nel 2013, 42 nel 2014, 48 nel 2015, 33 nel 2016, 59 nel 2017, 44 nel 2018, 44 nel 2019".

Concludono dalla Provincia: "Di norma, le principali cause di incidenti sono la distrazione soprattutto legata all’uso dei telefoni cellulari, ma anche la velocità elevata, le mancate precedenze e i sorpassi. Il rapporto nazionale Aci-Istat poneva come obiettivo Ue 2020 il limite massimo per l’Italia di 2mila vittime, che però non sarà raggiunto perché si supera abitualmente quota 3mila. La strage 'silenziosa' che avviene sulle strade italiane  provoca un incidente ogni tre minuti e un morto ogni tre ore. Le cause di incidentalità nel Cuneese sono in parte legate alle condizioni delle strade, ma anche alla vastità del territorio e all’assenza di grandi infrastrutture di comunicazione e autostradali che obbligano al ricorso della normale viabilità per spostamenti quotidiani legati a lavoro, studio o divertimento".