Case di riposo, avanti piano verso la normalità

Al Sant’Anna una nuova modalità di incontro a distanza tra ospiti e familiari. E ripartono (presto anche al Craveri) i nuovi inserimenti

Sant'Anna Casa di riposo colloqui

Da alcuni giorni c’è una nuova modalità per le visite al Sant’Anna. È sempre a distanza, ma questa volta all’aperto, in una piccola area verde che si affaccia su via Monviso. Qui i parenti possono sostare all’esterno e, separati da una divisore in plexiglass, incontrare i loro cari, su prenotazione, dopo aver preso un appuntamento.
Non è ancora la normalità, ma un piccolo passo avanti rispetto al sistema, tuttora in uso, delle videochiamate (che resta l’unico praticabile con i degenti allettati) o delle “vetrochiamate” che è stato adottato sin qui e che permette di salutare i familiari dalla strada approfittando della struttura a vetrate della Casa di riposo.
Di qui a fine luglio - fanno sapere dalla direzione della Casa di riposo - altri passi non sono previsti. Le linee guida nazionali e regionali, infatti, sono ancora molto prudenti, limitando le visite ai “soli casi indicati dalla direzione sanitaria”. E il Sant’Anna - scottato dall’esperienza del virus - non è certo motivato ad aprire le porte.
Non ci sono novità, invece, al Craveri-Oggero, l’altra Casa di riposo fossanese, dove da metà giugno è possibile incontrarsi, a debita distanza, tramite appuntamento. L’incontro avviene da un ingresso secondario, i parenti restano nell’androne e gli ospiti stanno dentro, ad almeno 4 metri. Ma possono vedersi e parlarsi. E per chi non può, ci sono le videochiamate.

I nuovi inserimenti
Un secondo ordine di problemi per tutte le Case di riposo è legato ai nuovi inserimenti che, per l’emergenza sanitaria, sono stati bloccati a lungo provocando seri problemi economici per i mancati incassi (delle rette), che si sono aggiunti agli incrementi di spesa, anche piuttosto consistenti, sostenuti per fronteggiare l’emergenza Covid.
A Fossano, il Sant’Anna ha ricominciato da poco ad accogliere nuovi ospiti. Dalla “riapertura” sono 7, che non bastano in ogni caso a tornare alla capienza pre Covid, tenuto conto delle stanze (singole) riservate alle quarantene di chi manifesta sintomi o di chi fa ritorno dall’ospedale.
Anche i nuovi arrivi, peraltro, devono rispettare i 14 giorni canonici di isolamento, in un nucleo dedicato, con tampone negativo all’inizio e alla fine del periodo, prima di poter accedere alla degenza ordinaria.
La stessa trafila vale anche per il Craveri, i cui primi inserimenti, dopo il blocco, sono attesi nelle prossime settimane.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 15 luglio