Sarà un anno senza feste anche per i 6 borghi fossanesi, come per le 15 frazioni. Ma qualche iniziativa - per chi ha ancora spazio in calendario - potrebbe essere messa in pista per dare un segno di vita anche nell’anno del Covid.
Per Sant’Antonio è già troppo tardi. La sua festa era in calendario a inizio giugno, in pieno (o quasi) lockdown. “Anche se avessimo voluto non avremmo potuto far niente - dice la presidente Sandra Sarvia -. E non abbiamo altro in previsione. È troppo rischioso, anche dal punto di vista economico. Non ne vale la pena”.
Prima ancora di Sant’Antonio si sarebbe dovuta celebrare la festa di Borgo Piazza, anticipata a fine maggio dal nuovo Comitato. Sfortuna ha voluto che questo proposito coincidesse proprio con l’anno meno indicato. Se ne riparlerà la prossima primavera. Intanto però torna utile la vecchia data in calendario: quella di metà novembre. “L’idea - spiega la presidente Sandra Giraudo - è quella di riproporre, se si può, il tradizionale pranzo per i borgatini. Più avanti ci troveremo per discuterne”.
Borgo Vecchio, come ricorda Barbara Grasso, sarebbe scesa in piazza nel week-end passato, con la festa di Sant’Anna. “Magari - spiega - la recupereremo a settembre con una messa ed, eventualmente, con la consegna del riconoscimento di borgatino dell’anno. Ma è tutto in aria. Non ci siamo ancora trovati. Nel frattempo, siamo partiti con il programma di mostre in San Giovanni. La prima è con Pierfranco Cerutti”.
Borgo Nuovo, invece, ha già deciso. Della sua festa, la prima settimana di settembre, resterà in piedi, nel 2020, soltanto il Leone d’Oro, assegnato ad un borgatino. “Lo consegneremo domenica 6 sul sagrato della Chiesa - afferma Bruno Chiapello -. È già tutto deciso: nome, targa... Sarà come sempre a sorpresa”.
La settimana dopo non ci sarà la festa di Borgo San Bernardo. “Celebreremo la data soltanto con la messa - spiega Enrico Dalmasso -. Ci siamo trovati lunedì, dopo aver letto le linee guida dell’Unpli. Troppo complicato, non è il caso”.
La terza settimana sarebbe toccato al Salice. “Se non cambia niente salta tutto - afferma Maria Teresa Cavaglià -. La responsabilità per noi è troppo alta. Ma stiamo aspettando indicazioni più precise. La festa classica ai giardinetti non ci sarà in ogni caso: dovremmo sostenere troppe spese, con posti ridotti e impossibilità di coprirle. Ma se ci fosse la possibilità di fare qualcosa... un pranzo della comunità dopo la messa..., lo faremmo volentieri, magari con la consegna del Premio Salice”. Il Borgo biancoblu è anche in attesa di un’altra data: quella dell’ingresso del nuovo Parroco, don Damiano Raspo, che dovrebbe cadere a settembre-ottobre. Anche quella sarà un’occasione di festa per la comunità.
Su "la Fedeltà" di mercoledì 29 luglio