Narni, l’altra città di cui San Giovenale è patrono

Alla scoperta dell'Umbria “minore”, un mix di bellezze naturali, artistiche, culturali e spirituali

Narni Sarcofago San Giovenale
Narni: il Sarcofago di San Giovenale

Caldamente invitati, come mai prima d'ora, a trascorrere le nostre vacanze in Italia, non c'è che l'imbarazzo della scelta in quanto a luoghi belli da vedere. Un po' più difficile trovare quelli inconsueti, che coniughino proposte turistiche (magari economiche), rivolte sia agli amanti della natura e dell'aria aperta, e sia a quelli appassionati dell'arte e della cultura, passando a coloro che hanno a cuore l'enogastronomia o la spiritualità, o sono alla ricerca di memorie storiche dei popoli che ci hanno preceduto. Tutto questo è l'Umbria ed anche di più; non solo quella dei grandi santi come Francesco e Chiara, e neanche delle più famose fiction nazionalpopolari come don Matteo. Anche se ognuno di loro per la sua parte contribuisce al turismo, è bello, tuttavia, scoprire altri tesori del nostro patrimonio, che non siano così conosciuti e sfruttati nei tradizionali itinerari del nostro paese. Dunque, un'Umbria “minore”, come gli stessi abitanti della provincia di Terni, e parte meridionale di questa piccola regione italiana, definiscono lo spazio in cui vivono, rispetto invece alla zona limitrofa di Perugia; minore per afflusso di turisti o pellegrini, o per giro di affari economici, ma non certo per attrazioni da vedere. In questa terra non facile da raggiungere, se non con mezzi propri (e questo è davvero un limite per chi non ne può disporre), spunta, quasi come da un libro di favole, la città di Narni. Poco più di 20mila abitanti, “sorge”, come ci spiega la sua pagina internet del turismo, “su uno sperone a dominio della gola del Nera e della conca ternana, sito di difficile accesso per l'asperità dei versanti che ne condizionarono la forma e lo sviluppo urbano”. Un luogo ideale, dunque, per ambientarci, come fece lo scrittore Clive S. Lewis, “Le cronache di Narnia” (questo il nome che aveva la città in epoca romana). “Anche se lui qui non ci è mai stato”, ci spiega Stefano, una guida turistica locale, “conosceva però la nostra città da un punto di vista storico; essendo un professore, sapeva della Narnia romana, importante perché da lì passava la via Flaminia, dividendosi poi, una parte verso Terni e un'altra verso San Gemini (famosa per le acque), per poi ricongiungersi nel collegamento stradale che da Roma portava a Rimini. E quindi Lewis vedeva in Narnia la terra delle acque”, che, a dispetto del nome del fiume Nera, “sono di un azzurro caraibico, particolarità che acquisiscono, proprio perché il corso di questo fiume è alimentato da tante sorgenti”.

Libero comune in età medioevale, Narni (che oggi, oltre ad essere turistica è anche città industriale ed universitaria) sarà poi a lungo incorporata nello Stato della Chiesa, ritrovando una sua autonoma identità con l’unità d’Italia. Numerosi sono i monumenti di pregio presenti nella città. Tra i principali citati nei siti turistici di riferimento c'è la Cattedrale romanica, costruita nell'XI secolo e consacrata dal Pontefice Eugenio III, che, come ci ha spiegato ancora Stefano, “è diventata una cerniera per tutto quello che nel Medioevo stava nascendo al di fuori delle mura (di cui oggi se ne vede solo un pezzo inglobato in un palazzo), la chiesa di San Francesco, sorta nel XIII sec., con notevoli affreschi di scuola locale, il Palazzo dei Priori, costruito nel 1275 e posto nella omonima piazza medioevale, le classiche case - torri, la cui altezza indicava l'importanza delle famiglie che ci abitavano”.

Proprio dal nome del santo cui è dedicata la Cattedrale, si capisce subito che i Fossanesi hanno qualcosa in comune con questa cittadina umbra; San Giovenale, che, oltre ad essere il nostro e loro patrono, “fu il primo vescovo della Chiesa di Narni”, come si legge da più parti. Al Santo, nella Cattedrale, è dedicata una cappella votiva con al suo interno il sarcofago “in cui fu composto il suo corpo”, dopo che ne furono ritrovati i resti trafugati (o quello che rimase, essendo, una parte delle sue ossa, arrivate quindi a Fossano). E poi ancora gli è stata dedicata la tela dell'abside e una pala, tempera su tavola, del 1474-1476. Ma “l'evento più suggestivo in onore di San Giovenale”, ci racconta ancora la guida locale, “sono i festeggiamenti per la festa patronale, che a Narni si tiene, con data fissa, il 3 maggio. Tra questi, in particolare, la corsa all'anello”. Una tradizione che risale al 1371, per dimostrare, come spiega la pagina web dedicata all'evento, “l'abilità dei cavalieri narnesi nella difesa della città, contro chiunque attentasse alla sua libertà”. E, sempre per gli amanti di visite suggestive, esiste anche una Narni sotterranea, scoperta nel 1979 ad opera di un gruppo di speleologi, che conserva antichi affreschi della città, e dove, al termine del percorso, si giunge “in una grande sala, dove avevano luogo gli interrogatori del Tribunale dell'Inquisizione. Quest'ambiente è chiamato Stanza dei Tormenti, nei documenti ritrovati negli Archivi Vaticani e al Trinity College di Dublino”.

Montefalco, il Municipio
Montefalco, il Municipio

Naturalmente, nel territorio, le proposte turistiche continuano; non lontano da questa città c'è Terni, con la suggestiva Cascata delle Marmore (165 metri di altezza su tre salti); un serbatoio di acqua, all'interno di un parco con aspetti naturalistici spettacolari. Quindi moltissimi borghi medioevali, tra cui Cascia (che non presenta dei monumenti artistici di particolare rilievo, ma è un richiamo per tanti, credenti e non, attirati dalla storia di Santa Rita, di cui si conserva, nella Basilica, il suo corpo completamente intatto in un'urna di vetro). Proseguendo verso nord si trova Norcia (con i resti della Basilica dedicata a San Benedetto, ormai completamente distrutta dall'ultimo terremoto), Trevi (arroccata su un colle, annoverato come uno dei borghi più belli, tra chiese, palazzi e le adiacenti bellezze naturalistiche delle Fonti del Clitunno, alimentate da sorgenti sotterranee che fuoriescono dalla roccia), Montefalco e il magnifico complesso monumentale di San Francesco (con gli affreschi che ne raccontano la vita). E poi ancora tanti e tanti altri borghi più piccoli e meno noti, ma tutti, con le loro chiese e monumenti, che riflettono quella longevità storica, culturale e spirituale di cui l'Italia porta i segni. E può ancora continuare a farlo, se i suoi abitanti hanno cura di conservarne meglio il ricordo delle sue radici passate, cercando di conoscerle, farle conoscere e magari anche, visitarle.