Taglio dei parlamentari, guida al referendum del 20 e 21 settembre

Referendum costituzionale

Parlamentari
foto Ansa SIR

Domenica 20 e lunedì 21 settembre si torna alle urne per il Referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. Il Referendum avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 29 marzo, ma è stato rimandato a causa dell’epidemia da Coronavirus. A metà luglio il Consiglio dei ministri ha stabilito le date del voto accorpando la consultazione referendaria alle elezioni regionali e al voto amministrativo in alcuni Comuni. Si vota la domenica 20 dalle 7 alle 23 e il lunedì 21 dalle 7 alle 15, per evitare assembramenti ai seggi e diluire maggiormente l’afflusso alle urne.
Il Referendum sul taglio dei parlamentari è il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica italiana (gli altri tre sono stati il referendum sul Titolo V del 2001, quello sulla riforma costituzionale del Centro-destra nel 2006 e quello sulla riforma costituzionale voluta dal Pd nel 2016).

Infografica referendum Costituzionale

Questo il testo del quesito stampato sulla scheda (vedi fac-simile in fondo): “Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”.
Il Referendum prevede di ridurre i seggi alla Camera da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200, pari ad una riduzione di circa un terzo: si passerebbe dai circa 96mila abitanti per deputato a circa 151mila.
Con l’approvazione della riforma saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: passeranno da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4. Verrà inoltre stabilito un tetto massimo al numero dei senatori a vita nominati dai presidenti della Repubblica: mai più di 5.
Il Referendum è confermativo, serve cioè a confermare l’approvazione di una riforma costituzionale che non ha ottenuto almeno due terzi dei voti in ciascuna camera. Chi vota “sì” sostiene il taglio, chiede che la riforma sia confermata e che entri in vigore. Chi vota “no” ne chiede invece l’abrogazione. Nei Referendum costituzionali non si tiene conto del quorum, come nei normali Referendum abrogativi. Quindi, indipendentemente dal numero di votanti, il risultato viene sempre preso in considerazione.

Le ragioni del SI'
Onida (Presidente emerito Corte costituzionale): “Voto sì. Non si tratta di una riforma così divisiva come viene presentata”

Le ragioni del NO
Balboni (Univ. Cattolica Milano): “Voto no. L’errore più grande è stato aver scelto lo strumento dei tagli lineari”