“Ritornati” nella Chiesa parrocchiale di Centallo i resti mortali di don Stefano Gerbaudo

Grande partecipazione sabato sera alla celebrazione presieduta dal vescovo mons. Delbosco

Centallo Gerbaudo don Stefano translazione

I resti mortali del servo di Dio don Stefano Gerbaudo (raccolti in una semplicissima cassa di legno) sono “ritornati” nella Chiesa parrocchiale di Centallo; la Chiesa in cui il sacerdote centallese, vissuto dal 1909 al 1950, ha ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana. Una missione, la sua, che si lega al fatto di aver aiutato tanti giovani (ragazzi e ragazze), a “trovare la via della santità a qualunque costo”, fondando l'Istituto delle Missionarie diocesane di Gesù Sacerdote (oggi presente in altre parti del mondo), per sostenere, con la preghiera e il sacrificio, il percorso spirituale di seminaristi e presbiteri. Don Stefano, che di questa missione ha dato l'esempio con la vita, offrendosi totalmente a Dio, si è spento a 41 anni per un cancro alla spina dorsale che lo ha letteralmente consumato.

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Nella serata di venerdì 25 settembre, la sua cassa è stata dapprima traslata nella Chiesa parrocchiale del paese, dove molti fedeli, giovani e non, l'hanno vegliato con turni di veglia animata di preghiera fino al mattino del 26. Poi, sabato sera (con possibilità di confessioni e momenti di riflessione personale durante il giorno), nella solenne e partecipata eucarestia presieduta dal vescovo Piero Delbosco, le sue spoglie mortali sono state collocate nella cappellina di sinistra, laterale all'altare, dedicata a San Giuseppe.
Don Giovanni Quaranta, parroco prima di don Andrea Ciartano, nel dare lettura di presentazione all'inizio della messa, ha detto che “da sempre la Chiesa ricorda i suoi santi nel giorno in cui hanno concluso il cammino terreno entrando a vita piena del Signore morto e risorto. Alla morte di don Stefano, già si dice che è un santo” per il dono di tutta la sua esistenza. “Che la sua tomba diventi dunque meta di preghiera, consolazione e forza per tanti”.
La Chiesa su di lui non si è ancora pronunciata, ha continuato il vescovo Delbosco nell'omelia, “non l'ha proclamato neanche beato, ma per noi già lo è”. Certi dunque della sua intercessione, il vescovo gli ha “affidato i due seminaristi e i due diaconi che saranno ordinati sacerdoti a Cuneo” tra non molti giorni. Augurando che l'esempio della sua vita, “insieme a quella dei due preti martirizzati a Boves durante la seconda guerra mondiale, diventino modelli per tutto il nostro clero diocesano”, auspicando di trovare, per loro aiuto, “uno stile nuovo di annunciare il vangelo, adatto al nostro tempo”.

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