I numeri dei Cai Fossano, una sezione da quasi mille soci

Le attività, le idee e le battaglie illustrate nell'assemblea di sabato 3 ottobre. E il premio per i 60 anni di iscrizione e di servizio a Nino Barbero

Cai Fossano: tutti i premiati
I soci premiati per anzianità di iscrizione nell'assemblea di sabato 3 ottobre

Conta 970 tesserati ed è l’associazione sportiva numericamente più forte della città. È il Cai di Fossano che sabato 3 ottobre si è ritrovato al circolo Autonomi per l’assemblea annuale. Sotto i riflettori i numeri del 2019: una vita fa, quando non ci si doveva ancora misurare con il Covid. Li ha snocciolati il presidente Michele Colonna in una relazione dettagliata che ha dato conto delle tante attività svolte dai diversi gruppi in cui si articola la Sezione. Tutti insieme hanno “prodotto” 93 giorni di escursione, a piedi e in bicicletta, coinvolgendo 2.216 partecipanti.

Mica finito: il Cai è anche il gruppo di lavoro che si occupa della manutenzione dei sentieri a Fossano e in valle Stura. È il rifugio Migliorero, la perla della valle Stura che ha risistemato con l’olio di gomito dei suoi volontari nel biennio 2018-2019. È una fucina di alpinisti e accompagnatori che sforna con i corsi delle sue due scuole. È la palestra di arrampicata al Palazzetto dello sport, il coro “Albino Bonavita” (12 concerti nel 2019), una rassegna cinematografica ormai alla 26ª edizione. Ed è anche una biblioteca, nella sede di via Falletti, con 12 mila volumi a disposizione dei soci.

Molte di queste attività, nel 2020, hanno dovuto mordere il freno. Ma alcune sono state addirittura valorizzate dal Covid. Basta chiedere ai fossanesi, dopo tre mesi di lockdown, come hanno apprezzato le passeggiate sui Sentieri del Pescatore e del Pastore, lungo le rive di Stura. I due sentieri cittadini sono altrettanti fiori all’occhiello della Sezione. E anche motivo di una rivendicazione: quella a veder riconosciuto, in una convenzione con il Comune, il suo incessante impegno nella manutenzione. Dopo più incontri, il risultato dovrebbe essere a portata di mano.

Sembra allontanarsi, invece, il traguardo dell’adesione al Parco fluviale Gesso e Stura per i dubbi manifestati dall’attuale Amministrazione civica, come emerso nell’ultimo Consiglio comunale. Nel dibattito a fine assemblea, alcuni soci Cai hanno invitato il direttivo a farsi portavoce della richiesta contraria, a spingere per non perdere il treno, i finanziamenti e l’opportunità turistico-ambientale che si potrebbe aprire per Fossano. “Rinunciare - è il pensiero largamente condiviso - sarebbe un gravissimo peccato”.

Durante la serata c’è stato anche il tempo per ricordare i soci Renato Barberis e Dario Nitardi, venuti a mancare nel 2019 (e Alessandro Jachino, a gennaio 2020). Sono stati ringraziati gli sponsor e i partner istituzionali (Fondazione Crf, Cassa di risparmio di Fossano e Comune di Fossano). E, in ultimo, come da tradizione, è stato consegnato il distintivo di Sezione ai soci con anzianità venticinquennale e cinquantennale. Tra i primi, Arianna Berta, Marta Malvezzi, Sandra Masinara, Giuseppe Patrese, Ida Rosada, Dario Dutto. Tra i secondi, Giorgio Pellizzari e Clementina Malvino.

“Dulcis in fundo”, la premiazione di Sebastiano (Nino) Barbero, socio da 60 anni, colonna del Cai Fossano sin dal 1960 sotto la giovane presidenza Trigari. Classe 1934, Nino ha 86 anni ben portati ed è innamorato della montagna e del Cai. “La scintilla è scoccata da militare (negli Alpini) - ricorda - ma nulla sarebbe stato senza la spinta di un mio coetaneo, Giovanni Morra, che oggi non c’è più”. La montagna l’ha frequentata come escursionista e accompagnatore; il Cai dapprima come incaricato di sede (“facevo le pulizie e mi occupavo di tener accesa la stufa nei giorni di apertura”) e poi, per 50 anni, fino al 2016, nel ruolo di cassiere-economo, affiancando tutti i presidenti che man mano si sono susseguiti. “Ho dato le dimissioni tante volte - si schermisce - ma nessuno le accettava”. Poi aggiunge scherzoso: “Non mi sono mai sposato, il mio grande amore è stato il Cai”. Non esagera: fuori dall’attività lavorativa (dieci anni di Fiat, altri dieci da falegname, il resto come custode al deposito munizioni, ex Polverificio, di via Salmour), il suo tempo libero è stato in gran parte dedicato alla Sezione, che - come ci ricorda Sergio Vizio, uno dei suoi ex presidenti - “gli deve molto”. “Umile e mite, Nino è stato una presenza costante, un punto di riferimento sicuro per tutti noi”. Belle parole, tutte meritate.

Su "la Fedeltà" di mercoledì 7 ottobre