Il mondo di “StreetLife” a misura di giovane

Due educatrici per un lungo elenco di progetti che accorciano le distanze fra i "grandi" e le "nuove generazioni"

Nel 2019 ha festeggiato i dieci anni di attività. E da poco, per la prima volta nella sua storia dopo una vita un po’ nomade, ha una sua sede “ufficiale” in corso Trento, dove un’associazione, “Camminare insieme”, l’ha accolta in alcuni locali messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di risparmio di Fossano con la formula del comodato d’uso. Parliamo di “StreetLife Fossano”: è una realtà nota nella città degli Acaja, eppure non è facile spiegare come essa lavora a chi non l’ha mai conosciuta.
A voler essere precisi, “StreetLife” è un nome-cappello con cui si indicano vari progetti. Ad accomunarli ci sono due fili conduttori, le Politiche giovanili e lo “Sviluppo di comunità a partire dai giovani”, cioè l’impegno a far sì che le comunità diano spazio ai giovani e, al contempo, si creino connessioni fra le varie parti della comunità stessa. Le iniziative proposte spaziano dal doposcuola al tempo libero e lo sport; un esempio è il Ballo di Natale per ragazze e ragazzi dagli 11 ai 14 anni, un appuntamento molto apprezzato che sarebbe tornato anche in questo 2020 se le disposizioni anti-contagio non lo avessero impedito. Come si è affermato spesso lungo questi anni in cui StreetLife ha operato, è ragionevole supporre che un buon numero di casi della cosiddetta devianza giovanile siano stati evitati grazie al lavoro di prevenzione svolto da questa realtà.
Realtà che ovviamente è fatta di volti, di persone. In prima linea, nei progetti di StreetLife ci sono le educatrici della cooperativa Caracol Cristina Paschetta e Giulia Musso.
Se StreetLife significa, come suggerisce il nome, vivere in strada con i ragazzi - ma anche coinvolgerli in attività che creano aggregazione - è ovvio che questo 2020 non è stato un buon anno, per il lockdown imposto in primavera e per le norme tuttora in vigore con cui il Governo punta a contrastare la diffusione del Coronavirus. Cristina e Giulia non si sono però arrese: tanti i progetti che, in sinergia con altre realtà, sono stati lanciati e vengono portati avanti. Eccone una sintesi.

I progetti
“We care News dal Monviso”, progetto il cui ente capofila è il Consorzio Monviso solidale, punta “all’ottimizzazione delle principali attività presenti sul territorio rivolte allo sviluppo delle Politiche giovanili, a favore della partecipazione alla vita di comunità dei giovani”. In particolare, l’obiettivo è “mettere in rete” giovani e giovani con disabilità, che vengono così coinvolti in iniziative comuni.
Con “S.M.S. (Social media in strategie di prevenzione)”, si cerca di prevenire il disagio psicologico e contrastare le dipendenze dalle tecnologie “attraverso l’uso consapevole dei social media e promuovendo la formazione a bambini, giovani, famiglie e operatori”. Questo progetto è l’occasione di parlare di “fake news” e odio in rete, ma anche - davvero - di accorciare le distanze fra le generazioni: ci si è infatti confrontati con i giovani sulle forme con cui loro stessi possono aiutare gli adulti, che spesso non hanno grande dimestichezza con questo mondo, a “stare” sui social network. Ai genitori con figli piccoli sono inoltre state proposte delle alternative alla prassi, ormai consolidata, che consiste nel dare al bambino il cellulare come svago in contesti nei quali lui si annoia: così ad esempio quando si è a cena al ristorante, al bambino si può proporre di assemblare un piccolo puzzle piuttosto che giocare con il telefonino.
“Pari & Dispari” è un progetto selezionato dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Consiste nel far sì che bambini provenienti da contesti non facili possano vivere nuove esperienze come le attività sportive e il teatro a cui, attraverso l’ambito familiare, difficilmente avrebbero accesso. Vengono inoltre organizzati dei laboratori su temi come le emozioni e la “Media education”.
“We care Terzo settore” si rivolge a giovani non impegnati nello studio, né nel lavoro o nella formazione, o a rischio di dispersione scolastica. Pensato per la fascia di età che va dai 15 ai 29 anni, si articola in percorsi sia individuali che di gruppo, grazie ai quali i partecipanti possono intraprendere un cammino di crescita personale e professionale.
Da citare, infine, le attività che StreetLife propone in sinergia con il Comune di Fossano. L’ambizione, in questo 2020, era quella di proporre un piccolo campionato di street soccer, una rivisitazione insolita e davvero spassosa del gioco del calcio. L’ultimo Dpcm ha imposto una rinuncia: ora si sta valutando se riproporre la stessa iniziativa in un altro momento, o lavorare a una diversa.

Le collaborazioni
StreetLife collabora con numerose altre realtà, coinvolte nei vari progetti attivati. In particolare, a Fossano può contare sull’appoggio dell’associazione “Camminare insieme”, della Caritas e della cooperativa agricola sociale “Cascina Pensolato”.
La collaborazione con la Caritas riguarda, in particolare, le attività di doposcuola, o meglio il doposcuola Vera Debenedetti. Lei, Vera, era una “storica” insegnante di Fossano che quando cominciarono massicci flussi migratori verso l’Italia, creò un doposcuola pensato soprattutto come strumento grazie al quale i figli degli stranieri avrebbero potuto conoscere meglio lingua e cultura del Paese in cui venivano accolti: se Vera non ha potuto dedicarsi a lungo al doposcuola perché stroncata da una malattia, il suo sogno è sopravvissuto attraverso l’impegno della Caritas e appunto della cooperativa Caracol e, nei mesi scorsi, è stato capace perfino di adattarsi alle nuove norme in vigore proponendo anch’esso la “Didattica a distanza”. Oggi coinvolge anche numerosi ragazzi italiani; è gratuito.
StreetLife ha una pagina Facebook; è inoltre possibile mettersi in contatto con le educatrici tramite telefono, al 347.3190679, o via mail, all’indirizzo streetlifefossano@gmail.com.