Sono stati acquistati dall’Amministrazione Cirio in 2,4 milioni di dosi. E, anche se per cause di forza maggiore (la carenza di infermieri) non possono ancora essere utilizzati a richiesta dai cittadini, la dotazione non andrà sprecata, perché verrà destinata a ospedali e case di riposo. Sono i tamponi rapidi (antigenici), che si affiancano ai cosiddetti tamponi molecolari di cui in questi mesi abbiamo imparato a fare la conoscenza. Il Piemonte se n’è dotato “in anteprima”, come l’Emilia Romagna, per dare una risposta più celere al sistema di tracciamento. La loro particolarità, infatti, sta nell’abbattimento dei tempi di attesa del risultato (non più di 15 minuti). Se danno esito negativo, hanno valore sanitario cogente e permettono (ad esempio) di liberare i sospetti dalla quarantena; se invece hanno esito positivo, dal momento che in questo caso possono presentare un piccolo margine di errore, devono essere validati con successivo tampone molecolare. Nell’incertezza di come e quando si prenoteranno in farmacia, una prima parte di questa fornitura è già stata consegnata alle Asl (400 mila dosi per il personale medico e paramedico e i casi da monitorare con urgenza, come quelli in attesa in Pronto soccorso) mentre una seconda (altre 600 mila dosi) è a disposizione del Dirmei - il Dipartimento regionale per Malattie ed Emergenze Infettive - per essere destinato alle Case di riposo. Proprio al nuovo servizio nelle Rsa - in partenza dal 2 novembre - il governatore ha voluto dedicare una videoconferenza con gli assessori Luigi Icardi e Chiara Caucino, per evidenziare l’impegno della Regione su uno dei fronti caldi della lotta alla pandemia: quello delle Case di riposo che furono, nella primavera scorsa, anche uno dei punti di maggior debolezza del sistema socio-sanitario piemontese. Ai tamponi rapidi - è stato spiegato - verranno sottoposti ogni 15 giorni sia gli operatori che gli ospiti delle strutture, per un totale di 750 mila dosi che di qui a marzo permetteranno di monitorare 743 (su 780) case di riposo piemontesi, con tutti gli esiti caricati su una piattaforma informatica e a disposizione degli addetti ai lavori. Due i vantaggi di questi test: i tempi celeri di risposta (e di screening) e, cosa tutt’altro che secondaria, il fatto che questi tamponi possono essere effettuati in autonomia dagli infermieri delle strutture (basta la validazione del direttore sanitario). Il risultato è infatti, quello di liberare i laboratori della sanità pubblica, oggi purtroppo intasati dall’ondata di contagi, dalla necessità di processare tutti quei tamponi (dall’esito negativo) che verranno smaltiti preventivamente dalle strutture. Oltre ai 750 mila pezzi per le Rsa e Raa, i tamponi rapidi verranno consegnati anche ai centri disabili (15 mila test), ai centri per minori (12.500), alle residenze psichiatriche (20 mila) e ai Serd per le dipendenze (5 mila), in questi casi per un monitoraggio a cadenza mensile.
Case di riposo: test rapidi ogni 15 giorni a ospiti e personale
Parte la campagna di monitoraggio di tutte le strutture del Piemonte. Proseguirà fino a marzo