L’acqua è un bene pubblico, non una merce

Messaggio dei vescovi per la Giornata Nazionale del Ringraziamento che ricorre l’8 novembre

acqua torrente

“L’acqua è soprattutto vitale per la pratica dell’agricoltura, che da essa dipende in modo determinante”. È quanto si legge nel Messaggio della Cei (curato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace) per la Giornata del ringraziamento, che si celebra domenica 8 novembre sul tema: “L’acqua, benedizione della terra”. “La sua disponibilità è infatti centrale perché la terra produca le messi e gli uomini e le donne della terra possano adempiere alla loro vocazione di produrre cibo per la vita”, si legge nel messaggio, in cui si sottolinea che “l’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Le fonti di acqua dolce riforniscono i settori sanitari, agropastorali e industriali”. “L’acqua purifica”, ricordano i vescovi nel testo: “Lo evidenzia il gesto del lavarsi le mani, cui continuamente siamo stati richiamati nel tempo della pandemia; l’acqua è al contempo realtà vivificante, che rende possibile l’esistenza delle creature. Due dimensioni che per la fede cristiana vengono assunte ed espresse sul piano sacramentale nel Battesimo: esso purifica l’esistenza credente e la rigenera ad una nuova forma”. L’acqua, infine, “è vita”, come dimostrano “numerose immagini bibliche che ci consentono di scoprire quanto l’uomo e la creazione ricevano vita grazie alla presenza dell’acqua, che porta rigoglio. Dove scorre acqua in abbondanza c’è vita che prende forma, radici che vengono alimentate e vegetazione che cresce”.

Ottimizzare il consumo d’acqua
“Oggi più che mai è urgente ottimizzare il consumo di acqua, ma vanno soprattutto rafforzati quei progetti che portano alla raccolta, alla canalizzazione e all’utilizzo razionato o al riutilizzo dell’acqua”. Ne sono convinti i vescovi italiani, che nel Messaggio esortano a fare “investimenti e programmi di lungo periodo” e sottolineano “l’urgenza di salvaguardare la qualità delle falde acquifere per il benessere della popolazione”. La siccità è dietro l’angolo, “a causa del mutamento climatico che sta investendo l’intero pianeta e che genera desertificazione in tante aree”, mettendo a rischio “semine e raccolti, rendendo difficile operare all’intero settore agricolo”. “Anche il nostro Paese è attraversato dal problema della siccità”. “Il calo di piogge e di innevamento ha conseguenze catastrofiche”, il grido d’allarme: “L’agricoltura sostenibile evita l’utilizzo di inquinanti, detergenti e prodotti chimici che si riversano nei fiumi, nei laghi, nei mari e che possono mettere a repentaglio la salute delle persone”, ma “c’è il rischio che atteggiamenti umani irresponsabili rendano le acque non più potabili per le necessità della vita umana. Persino l’inquinamento delle acque usate in agricoltura è un problema, perché il cibo che arriva sulle nostre mense entra nel circuito della vita e può causare un aumento di malattie. La scarsità di acqua provoca, inoltre, l’aumento del costo della produzione agricola e ha ripercussioni sull’accesso al cibo”.

No a “privatizzazioni improprie” e “speculazioni”
E, a conclusione del messaggio, l’appello dei vescovi: occorre “Sostenere adeguatamente questo settore fondamentale per l’economia del Paese, con tutte quelle misure e iniziative che ne permettono il rilancio, oltre l’emergenza” e “tutelare e garantire tanti lavoratori che vi investono energie ed impegno”. La pandemia da Covid-19 “ha avuto impatti pesanti sull’intero mondo del lavoro”, si ricorda nel messaggio: “Per l’agricoltura, infatti, è venuta improvvisamente meno – in un momento dell’anno particolarmente delicato – una manodopera straniera cui in anni precedenti era stato possibile affidarsi in modo continuativo. Si è posta al contempo l’esigenza di regolarizzare i braccianti agricoli”. “L’acqua è un bene collettivo”, ricordano i vescovi: “Non può prevalere una concezione puramente mercantilistica, che induce a considerare l’acqua una merce qualsiasi, arrivando a giustificare privatizzazioni improprie. L’acqua ha una valenza pubblica: senza una debita regolamentazione da parte dell’autorità politica si possono favorire speculazioni e gestioni che espongono a peggiori standard qualitativi e a costi eccessivi, non facilmente accessibili a tutti”. “La società civile conserva la responsabilità ultima per cui, quando la comunità politica non sia in grado di tutelare e promuovere il diritto all’acqua per tutti, deve mobilitarsi affinché ciò avvenga”, l’indicazione della Cei.

(sintesi SIR)