Ss. Trinità, “reparti accorpati, ma è una trasformazione temporanea”

Mirco Grillo (Asl): “Al termine della pandemia ogni ospedale riprenderà gradualmente la fisionomia precedente”

Ospedale Ss. Trinità

Non è diventato Covid hospital, ma il dilagare della pandemia non ha risparmiato nemmeno il Ss. Trinità. L’Asl Cn1, infatti, vi ha messo mano imponendogli un forte “dimagrimento” con l'accorpamento di quattro reparti in uno solo, la riduzione dei posti letto da 72 a 17 e il trasferimento fuori sede di diversi medici, infermieri e oss.

È il prezzo da pagare alla pandemia che ha imposto, a tutti gli ospedali dell'Asl, una forte ristrutturazione. Ma - assicura il coordinatore sanitario dei presidi ospedalieri dell’Azienda Mirco Grillo - si tratta di una “trasformazione temporanea in un momento in cui, con la notevole riduzione degli interventi, cala anche l’attività di riabilitazione”. E “al termine della pandemia, ogni ospedale riprenderà gradualmente la fisionomia precedente, con il personale in origine assegnato”.

L’intervento del coordinatore arriva in risposta a un fuoco di fila di domande che il Pd Fossano aveva affidato a una lettera dagli accenti critici.

"La maggior parte degli ospedali ha cambiato aspetto dal punto di vista logistico - afferma Grillo -. Sono stati individuati dalla Regione due covid hospital nell’ambito dell’Asl Cn1, Saluzzo e Ceva. Sono cambiate anche le altre strutture: alcune con prevedibili difficoltà, in considerazione della vetustà degli immobili, a dividere le aree covid da quelle “pulite”, dovendosi ancora garantire l’accesso per ricovero e/o interventi di sala a pazienti oncologici e per le urgenze ed emergenze. Un altro problema è la carenza di personale. Con la riduzione dell’attività ordinaria, medici, infermieri e oss che operano di norma nei vari reparti sono stati in buona parte dirottati in reparti Covid: un impegno notevole, perché l’assistenza, nel caso specifico, richiede maggiori unità di personale. Ed è questo il punto veramente critico: la carenza cronica - che ora sentiamo ancora di più - di tutte le figure professionali. Un problema comune a tutta l’Italia".

In tal modo, "varie figure professionali da Mondovì si sono rese disponibili per lavorare a Ceva; da Savigliano e in parte da Fossano molto personale sta svolgendo la propria attività a Saluzzo. Inoltre parecchi infermieri e oss e alcuni medici con sede di lavoro a Fossano sono stati distaccati nelle aree covid di Savigliano".

La conclusione di Grillo è un invito a far fronte comune: "Quella che stiamo combattendo è una battaglia impari, molto complicata e, come ci ricorda spesso il presidente Mattarella, soltanto la collaborazione di tutti potrà consentirci di vincerla".

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 25 novembre