Il presidente Alberto Cirio con alcuni suoi assessori da una parte e, dall’altra, studenti e genitori, per un confronto sulla scuola in tempo di pandemia da coronavirus, in particolare sul ricorso alla “didattica a distanza” e la possibilità di tornare in aula e il potenziamento dei trasporti di cui si servono anche ragazze e ragazzi diretti ai loro istituti. Così il governatore del Piemonte ha rispettato l’impegno assunto verso una studentessa di Fossano, Greta Giordano, che si era rivolta a lui con una lettera aperta su questi temi. Il dibattito, di quasi due ore, si è svolto “in diretta”: diretta che è ora disponibile su YouTube, sul profilo della stessa Greta.
Cirio ha affermato che si tornerà in aula quando sarà possibile farlo in sicurezza. Quanto alla situazione particolare del Piemonte – qui la dad si applica anche per le seconde e terze Media, a differenza di quanto succede nelle altre regioni “arancioni” – ha spiegato che tutte le decisioni sulle scuole sono state maturate attraverso il confronto con gli esperti, medici ed epidemiologi, i cui dati dicono che durante la seconda ondata i ragazzi dagli 11 ai 13 anni si sono infettati molto più di quanto sia accaduto ai bambini della Primaria.
Se l’obiettivo è evitare che questi ragazzini “portino” il virus a casa e infettino in particolare i nonni, ci si deve però misurare con una contraddizione, come ha fatto notare una studentessa durante la diretta: dal momento che non è possibile lasciare un under 14 a casa da solo, i genitori, a meno che rinunciano al lavoro, chiedono aiuto ai nonni e avviene quindi il contatto proprio di questi "soggetti fragili" con i nipoti che potrebbe essere contagiati al di fuori dell'aula. Altra obiezione riguarda una presunta discrepanza fra il rigore usato per le scuole e la riapertura di numerose altre attività. E, ancora, gli interlocutori di Cirio si sono interrogati se, considerati i limiti dell’efficienza del “tracciamento dei contatti”, sia possibile stabilire se davvero i contagi avvengano in aula, e non negli spazi esterni attigui alla scuola o sui mezzi di trasporto.
Quanto ai mezzi di trasporto, l’assessore Marco Gabusi ha confermato che i limiti alla capienza, fissati prima al 50 e poi all’80 per cento del totale, non garantiscono il distanziamento di un metro fra i presenti, ma ha aggiunto che queste percentuali sono state definite dal Governo nazionale, e non dalla Regione. Regione che ha aumentato le corse e che ora lavora a un progetto ambizioso, quello di organizzare il trasporto scolastico in modo tale che lo stesso gruppo di studenti viaggi sempre insieme: in questo modo, dopo l’eventuale scoperta di un caso positivo sarebbe più facile rintracciare i coetanei venuti a contatto.