Il vangelo dell’Avvento – Senza sconti e a caro prezzo

4ª domenica di Avvento 2020

lampada avvento
(foto Sir)

Camminando per le strade di Fossano, mi è caduto l’occhio sugli spazi in cui sono affissi i manifesti funebri: pur non essendo oggetto della mia abituale attenzione, mi è capitato raramente di vedere un così gran numero di persone decedute nello stesso periodo. Tante famiglie il giorno di Natale purtroppo siederanno a tavola senza un nonno, un genitore, un coniuge, un figlio o un fratello perché defunto recentemente. I cinici non si allarmano e dicono: “Niente di nuovo sotto il sole; da sempre si muore, e anche prima delle feste!”. I tuttologi di Facebook aggiungono: “Vogliono farci credere che quest’anno ci siano più morti, ma in realtà siamo assolutamente in linea con gli inverni precedenti!”. Se non ci fossero “parole altre” a dare seguito ai tanti “Perché?” di chi sta vivendo un lutto però, con buona pace di chi gode il dono “dell’impassibilità infusa” e della “statistica fai-da-te”, dei giorni di festa potremmo farne a meno.

La pagina di Vangelo di domenica ci sorprende: non solo perché un evento inaspettato scompagina la vita di una ragazzina, quanto perché una disposizione simile alla sua consente il sorriso anche là dove un accadimento imprevisto dovesse cambiarci la vita e farle prendere una piega impensata. La figura dell’angelo deve intendersi bene: lui “provoca”, cioè sollecita Maria a fare propria l’intenzione di Dio che “sogna una Madre così” per suo Figlio. Tuttavia, da lì in poi, non le farà sconti, e non ci saranno più angeli per lei nemmeno quando, probabilmente, ne avrebbe avuto davvero bisogno: quando cerca alloggio a travaglio già iniziato, mentre Simeone le parla di “una spada che le trafiggerà l’anima”, nel momento in cui deve scappare in Egitto con Giuseppe e il piccoletto, quando smarrisce il figlio dodicenne per tre lunghi giorni. Soprattutto non avrà un angelo nel giorno più terribile che possa capitare ad una madre: quello della morte del figlio. Pur avendo “trovato grazia presso Dio” quindi, non le sono tolte le lacrime, e nemmeno l’ansia, il dolore e lo sconcerto che possono capitare agli uomini e alle donne, prima e dopo le feste; ogni volta, per vivere i giorni lieti e i giorni tristi, dovrà rinnovare la fiducia alle parole ascoltate dall’angelo all’inizio di questa storia. E basta! Ricordando e tenendo stretta la reazione avuta in quella occasione che letteralmente può tradursi: “Magari fosse così! Fosse vero quello dici!”.

Ecco, forse, il motivo per cui poco prima del giorno di Natale ci è presentato il brano dell’annunciazione dell’angelo: per ricordarci che la fede cristiana accade allo stesso modo della fiducia tra gli umani, cioè come risposta ad un appello che ci precede e che, come successo a Maria, non andrà deluso. È promesso! E se dopo aver obbedito ad un genitore, acconsentito ad un amore, generato un figlio o trovato un amico, il giorno di Natale lo piangeremo, facendo memoria grata di ciascuno di essi, con la stessa determinazione e fiducia di Maria potremo continuare a credere nella vita e a viverla. Giorni di festa compresi.

Paolo Tassinari