Fossano: anche al Sant’Anna a gennaio la “Stanza degli abbracci”

Una nuova modalità di incontro tra ospiti delle Case di riposo e i loro familiari

Sant'Anna Casa Sordella

Arriverà anche al Sant’Anna la “Stanza degli abbracci”. Una tenda gonfiabile con pareti di membrana trasparente, realizzata in materiale lavabile, dotata di maniche che permettono ai familiari e agli ospiti di scambiarsi un contatto, baci e carezze al riparo dal contagio. Il direttore Alban Vercellotti Mesi ne ha annunciato l’acquisto in occasione della presentazione del calendario 2021 dello Svaf, il Servizio di volontariato anziani: un momento che è stato occasione di confronto sul tema doloroso delle visite (oggi precluse) in Casa di riposo e quasi ovunque sostituite da telefono, video-chiamate e colloqui dietro alle vetrate o al plexiglas.

La prima in provincia a sperimentare la “Stanza degli abbracci” è stata, alcuni giorni fa, la Rsa di Carrù usufruendo dell’iniziativa del Consorzio socio assistenziale del Cuneese che ha provveduto ad acquistare cinque “stanze”, da mettere a disposizione di tutte le strutture Covid-free della provincia che ne faranno richiesta, restando in dotazione a ciascuna il tempo necessario per soddisfare le istanze degli utenti.

La Rsa San Giorgio di Cavallermaggiore si è invece mossa in autonomia e, dopo averla acquistata con il contributo di una Fondazione, si prepara a metterla in funzione verso fine anno. Il presidente Beppe Lamberto, presente a Fossano (i volontari Svaf operano anche dentro la sua struttura) ne ha illustrato per sommi capi il funzionamento, che prevede incontri di circa mezzora e sanificazione completa dopo ogni visita: un onere non indifferente di cui si farà carico l’Istituto.

Le stesse modalità verranno adottate anche al Sant’Anna, dove bisognerà ancora pazientare un po’. “La stanza è già stata ordinata - ha detto il direttore -, contiamo di averla verso il 20 gennaio”. Quando sarà pronta, mancherà poco all’11° mese di stop agli accessi esterni in Casa di riposo, intervenuto il 24 febbraio 2020: un isolamento forzato, ancorché necessario, che ha prodotto comprensibile sofferenza tra gli anziani ricoverati e i loro familiari.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 23 dicembre