Piemonte, 443 trapianti di organi nel 2020. Numeri in crescita, nonostante il Covid

Crescono anche i donatori, 147. Città della Salute riferimento nazionale

Trapianti organi

Nel 2020, causa pandemia, si sono ridotte in Italia le donazioni e i trapianti di organi. Non in Piemonte, che da sempre si colloca su performance nettamente superiori alla media nazionale e che ha registrato invece un risultato in controtendenza. I dati dell’attività sono stati illustrati venerdì 29 gennaio in Regione, alla presenza del presidente Cirio che ha voluto ringraziare le equipe di professionisti, le associazioni e i donatori e le loro famiglie.

Donazioni in aumento

Nel 2020 i donatori sono stati 147 (32,8 per milione di popolazione), il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni e in aumento del 7,3% rispetto al 2019 quando i donatori erano stati 137 (30,4 pmp). In Italia la percentuale è passata da 22,8 donatori pmp del 2019 a 20,5 pmp del 2020.

Contestualmente sono cresciuti i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo (Dcd): sono tre le Aziende (Asl Città di Torino, Aou Città della Salute e della Scienza di Torino, Ao SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria) capaci di gestire questa forma di donazione molto complessa per tecnica e organizzazione, che permette di aumentare il numero degli organi disponibili per i trapianti. I donatori sono passati da 4 nel 2019 a 16 nel 2020. Le opposizioni alla donazione si sono mantenute al di sotto della media nazionale, attestandosi al 26,5%, secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni.

Trapianti in aumento

Sono 460 gli organi trapiantati: 247 reni, 158 fegati, 26 cuori, 22 polmoni e 7 pancreas, alcune volte assieme, per un totale di 443 interventi di trapianto (rispetto ai 419 eseguiti nel 2019, +6%). 47 trapianti (e solo di rene) sono stati effettuati nell’ospedale di Novara, gli altri 396 nella Città della Salute e della Scienza di Torino (388 alle Molinette e 8 all’Ospedale pediatrico), che si conferma l’ospedale al vertice di questa attività in Italia. È stato anche l’ospedale italiano che nel 2020 ha eseguito il maggior numero di trapianti di fegato (158) e di rene (200, valore mai raggiunto da un singolo ospedale in Italia). Lo scorso anno l’ospedale torinese ha superato la soglia dei 9.000 organi trapiantati.

Trapianti “combinati”: Città della Salute riferimento nazionale

Anche nel 2020 la Città della Salute si è distinta per il trapianto simultaneo di più organi nello stesso ricevente (i cosiddetti trapianti “combinati”). Non c’è ospedale in Italia che possa proporli in maniera così estesa. Nell’anno sono stati eseguiti alle Molinette 8 trapianti combinati di rene e fegato, 4 trapianti combinati di rene e pancreas, 1 di rene e polmoni, e addirittura due trapianti combinati di fegato-polmoni-pancreas.

Trapianti da donatori positivi in riceventi anch’essi positivi

Il Piemonte è stato in Italia la regione guida nel 2020 per l’utilizzo di donatori positivi per il coronavirus, a favore di pazienti con positività pregressa o in atto per lo stesso virus. Sono stati così effettuati 5 trapianti di fegato a Torino.

Esiti dei trapianti

La qualità dei programmi di trapianto può essere misurata dal tasso di successo raggiunto: se si considerano solo i trapianti eseguiti dal 2010 in poi, a 5 anni sono vivi il 94% dei pazienti che hanno ricevuto un trapianto di rene. Nel caso dei trapianti degli altri organi, senza i quali gran parte dei pazienti non potrebbe sopravvivere (per questo chiamati anche “salvavita”), il 90% di coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato sono in vita a 5 anni dall’intervento, lo sono circa il 75% dei trapiantati di cuore, e la metà circa di chi ha ricevuto un trapianto di polmoni. Indici in continuo miglioramento ed in gran parte sopra le medie europee. L’esito del trapianto è collegato a molti fattori: la bravura dei chirurghi, l’attenzione degli anestesisti, la preparazione delle equipe infermieristiche, ma anche l’esperienza e capacità dei diversi specialisti che devono seguire i pazienti nelle diverse fasi, dall’immissione in lista al follow-up del trapianto. Fondamentali per la riuscita dei trapianti sono inoltre le donazioni di sangue.

Trapianti da donatore vivente

La donazione da vivente, non rivestendo caratteristiche di urgenza, ha risentito delle restrizioni imposte dalla pandemia nei momenti di maggiore diffusione. Nel 2020 i trapianti di rene da donatore vivente sono calati in tutt’Italia: in Piemonte sono stati 35, e di questi 25 alle Molinette (9% in più rispetto al 2019 e unico centro in Italia a incrementare questa attività). Uno di questi trapianti è avvenuto, per la prima volta per la nostra regione, nell’ambito di una catena di donazioni da vivente innescata da un donatore deceduto proveniente dal Piemonte (programma nazionale Dec-K). Quasi 2000 piemontesi, giovanissimi, si sono poi messi a disposizione nel 2020 per donare le loro cellule staminali emopoietiche o Cse (midollo osseo). Oggi in Piemonte sono più di 56.000.

Le necessità

Pur con questa tendenza positiva, sono ancora molti i riceventi che attendono un organo nelle nostre liste: al 31 dicembre del 2020 c’erano 721 candidati in attesa di trapianto di rene, 101 di fegato, 74 di cuore, 75 di polmone. È dunque forte il dovere e l’impegno di cura verso questi pazienti, soprattutto in un periodo così difficile.