I vescovi approvano ufficialmente lo “sguardo di pace” nella messa

In sostituzione della normale stretta di mano

Vaticano, 31 maggio 2020. Papa Francesco celebra la Messa per la Pentecoste. Fedeli in preghiera con la mascherina partecipano alla celebrazione
Fedeli partecipano alla messa in tempo di pandemia (foto Sir)

Ripristinare, a partire da domenica 14 febbraio, “un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, invocato da Dio durante la celebrazione eucaristica”. È quanto hanno deciso i vescovi italiani, al termine del Consiglio episcopale permanente (Cep), che si è svolto la settimana scorsa in videoconferenza. “La pandemia – si legge nel comunicato finale – ha imposto alcune limitazioni alla prassi celebrativa al fine di assumere le misure precauzionali previste per il contenimento del contagio del virus”. “Non potendo prevedere i tempi necessari per una ripresa completa di tutti i gesti rituali – si annuncia nella nota – i vescovi hanno deciso di ripristinare, a partire da domenica 14 febbraio, un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, invocato da Dio durante la celebrazione eucaristica”. All’invito “Scambiatevi il dono della pace”, sarà possibile “volgere gli occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino”. Questo gesto, per i vescovi, “può esprimere in modo eloquente, sicuro e sensibile, la ricerca del volto dell’altro, per accogliere e scambiare il dono della pace, fondamento di ogni fraternità. Là dove necessario, si potrà ribadire che non è possibile darsi la mano e che il guardarsi e prendere ‘contatto visivo’ con il proprio vicino, augurando: ‘La pace sia con te’, può essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale”.

Per spingere il Consiglio permanente dei vescovi italiani a approvare un nuovo gesto di pace che sostituisse, durante la pandemia, la tradizionale stretta di mano c’è voluto quasi un anno di riflessione, un tempo decisamente lungo... Per fortuna che alcune diocesi e parrocchie (anche nella Chiesa di Fossano) si sono mosse da tempo, introducendo di propria iniziativa lo “sguardo di pace” già nei mesi scorsi. Un piccolo segno, che aiuta a riempire, almeno un po’, la distanza che separa le persone nei banchi delle chiese, e non solo.