“A Fossano divieti simili a quelli di altre città”

Il comandante degli agenti difende il Regolamento di Polizia urbana, diventato un "caso": "È un testo equilibrato, senza atipicità"

L’approvazione di quelle norme da parte del Consiglio comunale è diventata un “caso”, di cui in questi mesi hanno parlato perfino quotidiani nazionali che hanno definito Fossano “la città dei divieti”. Lo scorso 15 febbraio, sul nuovo Regolamento di Polizia urbana ha fornito il suo punto di vista – “tecnico, non politico”, come ha sottolineato – il comandante della Polizia locale Giacomo Cuniberti, che  aveva dato un importante contributo alla stesura. E la sua tesi – in estrema sintesi – è che quel testo non sia affatto atipico: simili disposizioni si trovano negli analoghi regolamenti di Polizia urbana introdotti in città vicine.

A Fossano, il nuovo regolamento è stato approvato negli ultimi giorni del 2020, nonostante il voto contrario del gruppo di minoranza guidato da Paolo Cortese. Con questo documento, l’Amministrazione del sindaco Tallone ha voluto sostituire la “versione” precedente, che risaliva al 1948, e darsi uno strumento al passo con i tempi che  permetta di disciplinare tutto quello che è la vita pubblica nei confini del Comune, “coprendo” quelle situazioni per cui Stato e Regione non hanno mai emanato disposizioni ad hoc. “Uno strumento che ci permette di intervenire in determinati contesti per sanzionare determinate condotte”, ha spiegato Cuniberti lo scorso 15 febbraio al Comando di Polizia locale, quando ha incontrato i giornalisti per presentare l’attività svolta dagli agenti nel 2020.

Perché, allora, tanta polemica? Perché, secondo i detrattori, quel testo introduce troppi divieti. Sono finiti sotto accusa, in particolare, quelli che riguardano i giochi dei bambini che provocano rumore e le esibizioni degli artisti di strada, ma molte critiche ha raccolto anche il divieto di giocare a calcio, se non in aree apposite, per i bambini con più di 8 anni; la minoranza di Cortese ha poi segnalato divieti sul cui rispetto è difficile verificare (ad esempio “il non entrare in vasche di fontane a raso, quando non solo è difficile individuarne il perimetro, ma addirittura forse tali tipi di fontane nascono proprio con l’intento di favorire il gioco dei bimbi con l’acqua”).

“I comportamenti vietati e permessi sono molto simili in tutti i regolamenti di Polizia urbana: è ovvio che un regolamento permette alcune condotte e ne vieta altre, come il Codice della strada”, ha detto Cuniberti, che ha difeso il testo fossanese come “molto equilibrato e senza atipicità”. In particolare, anche in altri regolamenti o ordinanze emanate da altri sindaci – fa notare il comandante degli agenti – ci sono disposizioni che riguardano “i giochi su strade pubbliche, lo sdraiarsi sui prati, il consumo di bevande alcoliche”. Quanto al divieto di giocare a calcio per gli over 8, “si è voluto pensare alla sicurezza di tutti, ma dare priorità ai più piccoli”, ha sostenuto Cuniberti, che ha invitato a considerare il caso di un bambino di 2 anni colpito dalla pallonata di un adolescente. L’obiettivo, in ogni caso, non è quello di vietare il gioco del calcio, ma far sì che ci si dedichi ad esso in appositi spazi della città: “Anche io da bambino giocavo a calcio in piazza: oggi quella piazza è un parcheggio e sarebbe pericoloso”, ha osservato il comandante.