Fenomeno Bassino parla il preparatore atletico… fossanese

Marco Giordano si racconta. C’è anche un po’ di Fossano dietro alle vittorie della campionessa di Borgo

Marco Giordano e Marta Bassino
Marco Giordano con Marta Bassino

In questi mesi segnati dalla pandemia e dalla sofferenza, sanitaria, economica e sociale, è stato ancora una volta lo sport, con i suoi grandi appuntamenti, a distogliere l’attenzione degli italiani dai cattivi pensieri, facendoli sognare almeno per qualche ora. Negli ultimi giorni, in particolare, proprio i nostri connazionali stanno vivendo con il fiato sospeso le discese della Nazionale azzurra impegnata nei Mondiali di sci alpino di Cortina 2021. Gran parte delle speranze iridate a tinte tricolori sono sulle spalle di una ragazza cuneese che sembra fatta di piuma e che ha già dimostrato di saper fluttuare sulle nevi di mezzo mondo, sognando medaglie e successi. E, finalmente, il primo oro mondiale è arrivato! Stiamo ovviamente parlando di Marta Bassino. E se lei è lì, sul gradino più alto del podio, una parte significativa del merito spetta ad un fossanese di nascita, Marco Giordano, suo preparatore atletico sin dai tempi dei suoi inizi con lo Sci Club Val Vermenagna.

Marco Giordano e Marta Bassino
Marco Giordano con Marta Bassino

Partiamo da lontano: chi è Marco Giordano?
Marco Giordano è un “ragazzo” fossanese, trasferitosi poi a Cuneo e cresciuto con la passione per ogni genere di sport. Mio papà Attilio, che per anni fu collaboratore affezionato de La Fedeltà, era dirigente del Salice Calcio e io ho iniziato da lì. Se ripenso ai miei anni fossanesi, penso soprattutto allo sport: prima come giovane calciatore, quindi come laureando di Scienze Motorie e preparatore del Tennis Club Fossano e, soprattutto, del Fossano Basket.
Quali ricordi ha di quegli anni?
Ricordi bellissimi e appassionati. Al Fossano Basket, in particolare, fui preparatore di un grande gruppo. “Chicco” Sandrone voleva a tutti i costi riuscire a schiacciare e io passai intere giornate a preparare tabelle per lui, per raggiungere questo obiettivo. In quegli anni capii che mi piaceva lo sport ma, in particolare, la scienza che lo regolava.
Quindi, il trasferimento a Roccasparvera…
Dopo il matrimonio con Lorena ci siamo trasferiti lì, ma la mia vita non è cambiata di molto, con lo sport come filo conduttore. Ho iniziato ad insegnare alle scuole medie e nel frattempo ho continuato a coltivare il mio desiderio di conoscenza in molte discipline: sono diventato istruttore di tennis e di nuoto e ho anche avuto la fortuna di portare avanti alcune ricerche alla Scuola dello Sport del Coni a Roma, senza abbandonare l’attività di preparatore atletico.
Poi, quasi per volere del destino, è arrivato l’incontro con Marta. Come vi siete conosciuti?
Mio figlio Elia è qualche anno più giovane di lei e al tempo era un giovane allievo dello Sci Club Val Vermenagna, dove io allenavo i ragazzi dal punto di vista atletico. Marta era qualche anno più grande, ho iniziato a seguire anche lei insieme ai suoi compagni e da quel momento non abbiamo più smesso di lavorare insieme, fino al momento in cui io sono diventato a tutti gli effetti solo e soltanto il preparatore di Marta Bassino.
Un rapporto nato quasi per caso e che oggi è inscindibile. Marta in passato, in un’intervista, ha detto che forse la conosce meglio lei di quanto lei stessa non si conosca. Che cosa significa?
Significa che nel momento stesso in cui Marta scende dalla sua auto al campo di atletica, io capisco già molto su di lei: se è in forma, se è nel “mood” giusto, se le sue gambe sono toniche o è meglio non forzarle. I nostri lavori sono spesso intensi, quindi è importante che io sappia perfettamente come sta, anche per gestire al meglio il suo fisico.
A proposito, in molti hanno fatto notare che il suo fisico è un po’ atipico, più piccolo rispetto a quelli dei veri campioni…
Io rispondo sempre che Marta è per costituzione fatta così. I suoi genitori a loro volta non sono dei giganti, per usare un eufemismo, e quindi non avrebbe senso forzare la sua corporatura. Di certo, posso assicurare che è un fascio di muscoli, come dimostrato dal fatto che anche i suoi tempi nella corsa e nel nuoto sono di altissimo livello. Per fare un paragone, è un po’ come Messi o Federer: la sua vera dote è una tecnica sopraffina.
Quindi anche la sua struttura fisica nasce da una scelta precisa?
Assolutamente sì. Marta è così e non avrebbe senso forzare la sua massa muscolare. Anche perché, e questo ci tengo a ricordarlo sempre, è già talmente facile farsi male sugli sci che non avrebbe senso debilitarne il fisico con la preparazione. Questo, però, non significa che i nostri allenamenti non siano intensi: tra corsa, bicicletta, mountain bike, nuoto e palestra, la fatica è tanta.
Il nomignolo di Marta è “Dory”, come uno dei pesci presenti nel film “Nemo”, perché si dice sia un po’ sbadata. È così anche negli allenamenti?
Diciamo che questa è una sua dote. Ha la capacità, non comune a tutti, di sapersi accendere e spegnere a intermittenza in base alla situazione. Altri atleti devono essere sempre stimolati, mentre Marta non è così: sa quando è opportuno alzare i ritmi e quando invece può rilassarsi. È il suo modo di proteggersi. 
Se dovesse immaginare un augurio per lei e per Marta?
Direi che sarebbe bello migliorare ancora le sue prestazioni fisiche. Ogni anno, la Nazionale svolge una giornata di test attitudinali e Marta è sempre tra le migliori. Credo che sia vicina all’eccellenza da questo punto di vista, ma io voglio vederla rendere ancora di più. Ecco perché sto già studiando delle nuove tipologie di allenamento per quando tornerà dai Mondiali. Queste, però, sono top secret… (ride, ndr).
c.c.

Servizio su La Fedeltà di mercoledì 17 febbraio.

Marco Giordano e Marta Bassino
Marco Giordano con Marta Bassino