Sommersi dai rifiuti – parte 3: che cosa finisce nei prati

L’odiosa pratica viene indicata con un nome inglese, “littering”; ma è diffusissima in Italia, anche a Fossano e nei comuni vicini. Si tratta dell’abitudine di gettare i rifiuti in spazi pubblici, al di fuori dei contenitori che dovrebbero accoglierli. Se poi si osserva quanta “roba” si accumula ai cigli delle strade, si comprende come molti praticano il littering mentre viaggiano in auto: si abbassa il finestrino o si ferma il veicolo, e gli oggetti indesiderati finiscono nei terreni lungo la carreggiata.

Un danno per l’ambiente, un danno per gli agricoltori e gli allevatori, un danno per gli animali che mangiano il fieno. Ecco la terza parte dello "speciale" de "la Fedeltà" dedicato all'abbandono dei rifiuti. Una testimonianza viene da Bene Vagienna, dove un agricoltore e allevatore ci dà appuntamento per mostrarci quanti rifiuti si accumulano nei suoi terreni, lungo la provinciale 3 per Narzole.

È sufficiente fermare l’auto e percorrere a piedi qualche centinaio di metri: nei fossi e nel tratto di prato più vicino alla strada, si osservano bottiglie di plastica e vetro, lattine, pacchetti di sigarette, sacchetti di patatine, insieme con altri involucri e le mascherine che costituiscono le nuove matricole nel lungo elenco d’immondizia abbandonata. Sono tutti rifiuti “piccoli”, che probabilmente sono stati lanciati dal finestrino. Bisogna allora riconoscere il “merito” di chi, impegnandosi più a fondo, ha evidentemente arrestato l’auto per “mollare” due sacchi sempre pieni di immondizia che fanno bella mostra di sé tra il verde. Un altro autista aveva probabilmente consumato un pranzo generoso, che gli rendeva stretti i pantaloni: al bordo della strada si osserva infatti anche una cintura. E se, incuriositi da tale rinvenimento, ci si spinge oltre con un approccio un poco voyeuristico, ecco che poco lontano dalla provinciale, nei pressi della bella cappella di San Pietro, c’è un luogo dove le coppie cercano (o cercavano, fino all’introduzione del coprifuoco per il Coronavirus) un poco di intimità: anche qui si trova(va)no rifiuti, il cui tipo si può facilmente immaginare.

L’imprenditore che ci ha contattati racconta come, in vista dello sfalcio dell’erba, rimuove dai suoi prati i rifiuti che si sono accumulati: è una vera sfida perché l’erba alta nasconde l’immondizia, e non a caso un nuovo intervento di pulizia avviene dopo lo sfalcio e prima della raccolta. A fronte di ciò, non viene meno il rischio che cocci di vetro o lattine schiacciate dalle macchine agricole impiegate finiscano nel fieno destinato ai bovini, che ingeriscono questi rifiuti: “Ne derivano danni ad esofago e rumine, che a volte provocano la morte dell’animale”, spiega il nostro interlocutore, che riferisce, infine, di aver segnalato il problema alle autorità.

Bene i controlli, bene le telecamere di videosorveglianza; ma è ovvio che il littering scomparirà soltanto quando si comprenderà quanto dannosa e detestabile è questa pratica.