Dall’Albania all’Italia 3 – Soti Martini: “Il nostro viaggio guidati dalla luna”

A colloquio con donne e uomini albanesi che il destino ha portato nella nostra città

Soti Martini, in alto a sinistra, con altri albanesi sbarcati trent'anni fa

Trent’anni fa, il 6 e il 7 marzo del 1991, a Brindisi arrivarono quasi 27mila profughi. Scappavano da un regime che crollava. Fuggivano da un’Albania sull’orlo del collasso economico. Nel porto della città pugliese attraccarono decine di piccole imbarcazioni e grosse navi mercantili gremite di uomini, donne e bambini. Per molti di loro l’Italia rappresentava una vera e propria “terra promessa”, il sogno di una nazione ricca e benestante suggerita da film e talk show che avevano diffuso sull’altra sponda dell’Adriatico la speranza di un domani migliore. Dopo le paure e resistenze iniziali per un esodo a cui l’Italia era impreparata, l’accoglienza e la solidarietà mostrata dalla gente comune e dal mondo dell’associazionismo si rivelò straordinaria. Furono in molti a mobilitarsi per aiutare i profughi.

“Sono partito dal mio posto di lavoro, il porto, con lo stipendio in tasca e a bordo di navi che chiamavamo «pescatrici» e che aggiustavo da meccanico. Abbiamo navigato verso un sogno che sembrava già realizzarsi in viaggio: quella notte il mare era molto bello e noi, che non avevamo il nostromo, ci facevamo guidare dalla luna”.
A parlare è Soti Martini, uno dei primi albanesi a giungere in Italia nel tempo del “grande esodo”: partito da Durazzo, arrivò a Bari il 6 marzo del 1991. Dopo aver lasciato il paese natale, ha trascorso gran parte della sua vita a Fossano, dove tuttora vive e lavora: oggi 59enne, è sposato e padre di due figli. Soti è inoltre un volto noto per i cronisti di sport: è stato infatti a lungo allenatore di pallavolo.

Il racconto completo di Soti e le altre storie su La Fedeltà del 24 marzo