Alberto Lingua, un fumettista fossanese nelle librerie francesi

Lingua Alberto

Per mestiere disegna fumetti. E ha appena completato la sua ultima fatica: il secondo e ultimo volume della serie “Les as du Pacifique” (Gli assi del Pacifico) per l’editore belga Dupuis. Lui è Alberto Lingua, 50 anni, fossanese, laurea in architettura e una professione che oggi coincide pienamente con la sua passione. “Les as du Pacifique” porta per intero la sua firma. Il primo volume era uscito nell’autunno 2019; il secondo è in vendita da fine febbraio, in formato cartaceo o digitale, nelle librerie e piattaforme online del mercato francofono: Francia, Belgio, Svizzera, Canada... È fatto di 48 tavole (fogli illustrati), ognuna suddivisa in più vignette. Racconta le avventure di un gruppo di cinque giovani piloti americani, mandati a combattere contro la flotta giapponese durante la Seconda guerra mondiale.

Lingua Alberto Fumetto Copert

Il registro narrativo oscilla tra il dramma e la commedia. Ma i dialoghi non sono affar suo. Li ha realizzati lo sceneggiatore Pierre Veys. Alberto si occupa dei disegni: personaggi, sfondi, aerei. Li crea sulla base della sceneggiatura o, se questa al riguardo non dice nulla, documentandosi con tutto il materiale possibile: riviste, siti internet, film d’epoca...

“Il mio lavoro funziona così - ci spiega -: ricevo la sceneggiatura e faccio quel che noi chiamiamo uno storyboard, cioè uno schizzo delle diverse scene da illustrare. Lo giro al curatore e, dopo le correzioni, gli rimando una seconda serie di disegni, molto più accurata. Dopo altri eventuali ritocchi, si arriva alla terza fase: il ripasso a china. Da quel momento, se arriva il via libera, il testimone passa al «colorista»”.

Libero professionista, Alberto lavora per conto proprio, a casa, in una “solitudine” che richiede disciplina. “Disegno per 8-9 ore al giorno con la matita digitale - racconta -. Anche di più quando si avvicina la data della consegna. Poi, magari, ho un momento in cui posso allentare la corda...”. “Il guadagno è buono - osserva -, non mi posso lamentare. Il fumetto, in genere, non è molto ben pagato. Ma ho la fortuna di lavorare con un editore importante. E anche sotto le restrizioni da Covid non ho avuto problemi”.

Non è sempre stato così. E Alberto, per anni, si è dovuto dedicare alla sua passione nei ritagli di tempo che gli concedeva il lavoro di grafico. “Ma - aggiunge - ho sempre avuto un tarlo che mi rodeva dentro e che mi spingeva da un’altra parte”. La svolta è arrivata nel 2012 con il fumetto online della serie “Davvero”. Venne chiamato a realizzarlo dalla sceneggiatrice e scrittrice Paola Barbato, “a cui devo molto”, unitamente a un gruppo di co-autori. Quell’esperienza - afferma - “mi ha insegnato tante cose, mi ha spinto a migliorarmi, a confrontarmi con gli altri”. Anche a lasciare il foglio di carta (“più romantico, più bello ma anche molto meno comodo”) per la tavoletta grafica (“dove non hai più la paura di sbagliare”).

Il resto lo ha fatto internet, aprendogli un mercato senza confini che lo ha portato (virtualmente) in Francia con l’ingaggio da parte dell’editore transalpino Zephyr, poi confluito in Dupuis come etichetta specializzata in fumetti a sfondo aeronautico, grande passione dei francesi. Sempre per loro, il fumettista fossanese è già di nuovo all’opera, dopo aver archiviato “Les as du Pacifique”, questa volta non come primo disegnatore, ma come assistente. La serie si chiama “Team Rafale”, è alla 13ª edizione ed è dedicata a una squadriglia di piloti francesi, in epoca contemporanea, che combattono contro i terroristi. Il suo compito è disegnare sfondi e aerei. Pane per i denti di Alberto: “Mi piacciono i racconti di avventura - ci spiega -. Non ho preferenze tra poliziesco, horror e guerra. E ho un tipo di disegno preciso, che credo adatto per riprodurre oggetti tecnologici”. “La cosa più difficile? - conclude -. Parlare in francese con i miei compagni di squadra. Per fortuna ho avuto una brava insegnante alle medie, la professoressa Russo. Non avrei mai immaginato, tanti anni dopo, che le sue lezioni mi sarebbero tornate tanto utili”.

Su "la Fedeltà" di mercoledì 24 marzo