Dall’Albania all’Italia 4 – Albina D., una vita e un cuore a metà…

A colloquio con donne e uomini albanesi che il destino ha portato nella nostra città

Trent'anni fa quasi 27 mila persone sbarcavano a Brindisi. Arrivavano dall'Albania e quello è diventato il viaggio "simbolo" di un processo di migrazione durato a lungo.
A distanza di trent’anni molti di loro si sono pienamente integrati nel tessuto sociale e lavorativo del nostro Paese e vivono con le loro famiglie nelle nostre comunità. Ne abbiamo incontrato alcuni: uomini e donne albanesi che il destino ha portato a Fossano.

Albina D. non c’era su quelle navi che trent’anni fa arrivavano dall’Albania al porto di Brindisi come un miraggio mai visto prima. Albina allora era solo una bambina di dieci anni che viveva con la sua famiglia a Scutari. Ed è proprio ai suoi genitori e al fratello che si unì in Italia nel 2000 dove arrivò come turista in visita alla famiglia a Saluzzo. “I miei genitori - racconta - alla fine degli Anni ’90 raggiunsero mio fratello che nel ’97 aveva lasciato l’Albania per trovare fortuna in Italia, Paese che raggiunse non ancora maggiorenne. Papà e mamma non se la sentivano di pensarlo qui solo, così partirono per stargli vicino. Io stavo ancora studiando, quindi decisi di non partire per terminare la scuola”.
Quella che doveva essere solo una vacanza per Albina divenne una sistemazione definitiva. “Anche se non è stato traumatico, è pur vero che in Albania lasciavo una parte di me, lasciavo i miei amici anche se qui a Saluzzo ne ho ritrovati altri. Perché quando si migra ci si sposta a ‘zone’. Scutari si è trasferita a Saluzzo, a Fossano e Bra risiedono quelli di Lesa, quindi ritrovi gran parte delle persone che ti hanno preceduto nella partenza”.
Albina oggi ha quarant’anni. Metà li ha vissuti in Albania, l’altra metà in Italia dove si è costruita una famiglia. Vive a Sanfré con i figli di 6 e 13 anni e il marito, un italiano di Torino che ha conosciuto durante un corso di formazione come mediatrice culturale, attività che ha svolto per molti anni anche grazie alla proprietà di linguaggio, e che più volte l’ha portata anche a Fossano dove è molto conosciuta.
L’esperienza di Albina, il suo matrimonio, i figli con genitori di nazionalità diversa sono un bell’esempio di inclusione, anche se la strada che ha dovuto percorrere non è stata facile. “All’arrivo non sono state tutte rose e fiori. Nonostante fossi avvantaggiata perché conoscevo l’italiano e fossi cattolica mi sentivo sempre un’ospite e dovevo pesare ogni cosa. Da noi è tutto il contrario. Gli albanesi ti accolgono e fanno di tutto perché lo straniero si senta a casa”.

Il racconto completo di Abina e le altre storie su La Fedeltà del 24 marzo