Alla ricerca degli ultimi “Cieli neri”

Nel suo libro Irene Borgna, antropologa, racconta gli effetti dell'inquinamento luminoso

Il libro di Irene Borgna ci insegna qualcosa. Ma in questo caso il sapere non è luce, bensì tenebra. “Cieli neri” è un racconto che accompagna il lettore, dalle Alpi marittime al mare del Nord, alla ricerca di luoghi dove l’inquinamento luminoso di cui soffre il nostro pianeta non impedisca di osservare il firmamento.

“Cieli neri. Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte” – questo il titolo completo del libro – è uscito per Passi, collana della Casa editrice Ponte alle Grazie, in collaborazione col Club alpino italiano. La sua autrice, originaria di Savona, è una antropologa e guida naturalistica delle Alpi marittime.

Nella provincia di Cuneo, ci ricorda Irene, vi sono cieli di straordinaria bellezza e luoghi come l’altopiano della Gardetta giustamente scelti da tanti appassionati di astronomia; ma la Granda è purtroppo quasi un’isola felice in un Paese – l’Italia – che è sommerso dall’inquinamento luminoso, sebbene esistano leggi che, se rispettate, lo contrasterebbero in modo efficace. In tante città, chi di notte alza gli occhi verso un cielo che fino a non molto tempo fa era “democratico” - cioè uguale per tutti, indipendentemente dalla posizione geografica - non riesce ad osservare che la luna, poche stelle e qualche pianeta capace di “resistere”: c’è così il rischio di non cogliere la bellezza del firmamento, di disinteressarsi a quei puntini di luce che i nostri avi hanno ordinato in costellazioni... Notti troppo luminose minacciano inoltre sia la la nostra salute, sia la sopravvivenza di tante specie animali che vivono con il buio. Sempre per quanto riguarda l’impatto ambientale, occorre ricordare come quella luce artificiale che illumina (troppo) i nostri cieli notturni sia spesso prodotta con fonti di energia non rinnovabili. E, ancora, bisogna citare tutti quei luminosissimi satelliti che popolano la volta celeste, alterandone l’aspetto...

Di qui la sfida di Irene che, a bordo di un camper con il suo compagno, cerca di sfuggire alla luce (“inquinante”): dalla Gardetta, che abbiamo già citato, sia fa rotta verso “il paese senza elettricità” di Foroglio in Svizzera, fino ai parchi in Austria e Olanda che hanno come attrattiva proprio quella di non essere illuminati. Il libro nasce, ma non si conclude durante il viaggio: al ritorno l’autrice approfondisce i temi che l’hanno appassionata dialogando – anzi “torturando”, dice lei – tanti esperti, e attraverso il confronto si completa “Cieli neri”. La narrazione allettante del viaggio fa “digerire” al lettore temi scientifici, che ad una prima lettura potrebbero apparire noiosi: peraltro gli antichi, che il cielo potevano osservarlo senza inquinamento luminoso, ci hanno insegnato come il “vero”, debba essere proposto in “molli versi”, cioè – parafrasiamo – con una scrittura piacevole.

Non manca una parte “propositiva”, alcune riflessioni sulle strategie che si possono attuare perché l’inquinamento luminoso sia ridotto. La necessità, su un piano generale, è quella di “illuminare un po’ meno e un po’ meglio”, il che farebbe bene non solo all’ambiente e alla nostra salute, ma perfino al portafogli. Se poi di notte dobbiamo o vogliamo lavorare al computer, sarebbe sufficiente smorzare la luce dello schermo perché si riduca il rischio di doversi misurare con l’insonnia...

«La rotta – scrive Irene nell’introduzione del suo libro – è stata tracciata seguendo le mappe dell’inquinamento luminoso invece che l’atlante stradale. Alpeggi enormi, piccoli laghi smarriti nella grande pianura e laghi che conservano la memoria salmastra del mare, dove qualcuno ha deliberatamente deciso di impegnarsi per salvare la notte limitando la luce, intrappolandola al di sotto dell’orizzonte. Il primo capitolo descrive dove e come è nato il viaggio, gli ultimi due aiutano a riabituare gli occhi alle stelle di casa. Tutti insieme raccontano di un’avventura che è vera solo di notte, di un’apologia del buio nutrita delle parole lette e raccolte in cammino e dopo il ritorno”. “Cieli neri” è in vendita a 15 euro.