Non ignoriamo le situazioni di bisogno dei cristiani che vivono nei Luoghi santi

Il Venerdì santo si tiene la tradizionale Colletta “pro Terra Sancta”

Gerusalemme, l'Edicola nella Basilica del Santo Sepolcro
Gerusalemme, l'Edicola nella Basilica del Santo Sepolcro (photo by Cezary Wojtkowski/shutterstock)

La colletta “pro Terra Sancta” 2021 sia “per tutti l’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e di difficoltà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che vivono nei Luoghi santi. È stato un anno di prova anche per la città santa di Gerusalemme, per la Terra Santa e per la piccola comunità cristiana che dimora in Medio Oriente, che vuole essere luce, sale e lievito del Vangelo”. È quanto scrive il card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, nella lettera per la Colletta “pro Terra Sancta”, che si celebra il Venerdì santo (2 aprile).
Il testo ricorda “l’isolamento” dei cristiani della Terra Santa dovuto alla pandemia: “Tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo. Hanno patito la perdita del lavoro, dovuta all’assenza di pellegrini, e la conseguente difficoltà a vivere dignitosamente e a provvedere alle proprie famiglie e ai propri figli”. In molti Paesi, ricorda la lettera, “il persistere della guerra e delle sanzioni hanno aggravato gli effetti stessi della pandemia. Inoltre, è venuto meno anche parte dell’aiuto economico che la colletta pro Terra Sancta, ogni anno garantiva, a motivo delle difficoltà di poterla svolgere in molti Paesi nel 2020”.
“Se verrà meno questo piccolo gesto di solidarietà e di condivisione - avverte il cardinale - sarà ancora più difficile per tanti cristiani di quelle terre resistere alla tentazione di lasciare il proprio paese, sarà faticoso sostenere le parrocchie nella loro missione pastorale, e continuare l’opera educativa attraverso le scuole cristiane e l’impegno sociale a favore dei poveri e dei sofferenti. Le sofferenze dei tanti sfollati e rifugiati che hanno dovuto lasciare le loro case a causa della guerra necessitano di una mano tesa ed amica per versare sulle loro ferite il balsamo della consolazione”.

Così è stata distribuita la raccolta 2020
9.775.603 dollari: è questa la cifra complessiva delle offerte pervenute nell’anno 2020 per la Colletta di Terra Santa. I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma, spiega la Congregazione per le Chiese orientali, la Custodia di Terra Santa “riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va alla Congregazione per le Chiese orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente”. A tale riguardo la cifra destinata alla formazione è stata di “2.341.242 dollari. Sono circa 300 gli studenti, che beneficiano di una borsa di studio, ospiti in 7 collegi di competenza del Dicastero”. Per i sussidi per l’attività scolastica sono stati utilizzati “2.998.000 dollari, di questi 900mila destinati alle scuole del Patriarcato latino, e 1,2 milioni di dollari alla Bethlehem University dove studiano circa 3.300 giovani, musulmani e cristiani”. “2.491.685 dollari sono stati impegnati per ‘sussidi ordinari e straordinari’, necessari a garantire cibo, cure mediche, istruzione, e a sostenere orfani, feriti e vedove. Per l’emergenza Covid sono stati impegnati 566.781 dollari”.
Reso noto anche un Rapporto della Custodia di Terra Santa sui progetti e le opere realizzati con la Colletta 2019-2020. Si tratta di opere rivolte ai pellegrini, a favore della comunità locale, e a progetti in Giordania, Libano, Siria e Rodi. Nelle comunità che vivono in Israele e Palestina proseguono i progetti a Betlemme a sostegno del consultorio familiare parrocchiale, per l’assistenza medica di famiglie in gravi difficoltà economiche e la ristrutturazione delle case appartenenti alle famiglie più bisognose. Ristrutturazioni di abitazioni, interventi migliorativi, nuove costruzioni sono anche l’obiettivo di numerosi progetti in via di realizzazione a Gerusalemme, Nazareth e Giaffa.

La Colletta istituita da Paolo VI
La “Colletta per la Terra Santa”, conosciuta anche come “Collecta pro Locis Sanctis”, nasce dalla volontà dei papi di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi santi. Ad istituire la Colletta del Venerdì santo a sostegno della Chiesa madre di Gerusalemme fu Papa Paolo VI attraverso l’esortazione apostolica “Nobis in Animo” del 25 marzo 1974.
La Colletta è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi santi. Le offerte raccolte dalle parrocchie e dai vescovi vengono trasmesse dai Commissari di Terra Santa alla Custodia di Terra Santa e vengono usate per il mantenimento dei luoghi e per i cristiani di Terra Santa, le pietre vive di Terra Santa. La Custodia attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi santi, le pietre della memoria, e sostenere la presenza cristiana attraverso tante attività di solidarietà. I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

L'appello di padre Patton (custode di Terra Santa): “Abbiamo bisogno della generosità dei cristiani di tutto il mondo”