La vita in Italia sarà più breve di un anno per le donne, di quasi un anno e mezzo per gli uomini. Si misura anche così l’impatto demografico della pandemia, sulla speranza di vita alla nascita degli italiani. Il trend è stato confermato anche dall’Istat con i dati contenuti nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) 2020 diffuso nei giorni scorsi. “L’evoluzione positiva della speranza di vita alla nascita tra il 2010 e il 2019, pur con evidenti disuguaglianze geografiche e di genere, è stata duramente frenata dal Covid-19 – spiega l’istat nel Bes - che ha annullato, completamente nel Nord e parzialmente nelle altre aree del Paese, i guadagni in anni di vita attesi maturati nel decennio. È un arretramento non ancora concluso, che richiederà tempo per essere pienamente recuperato”.
Stando ai dati diffusi, nell’intero Paese l’aspettativa scende per le donne da 85,4 anni del 2019 a 84,3 anni del 2020, per gli uomini dall’81,1 al 79,7. Significative le differenze territoriali. Nel Nord la speranza di vita passa da 82,1 anni nel 2010 a 83,6 nel 2019, per scendere nuovamente a 82 anni nel 2020. Nel Centro passa da 81,9 nel 2010 a 83,1 anni nel 2020 e nel Mezzogiorno da 81,1 a 82,2 anni, con perdite meno consistenti nell’ultimo anno (rispettivamente -0,5 e -0,3 anni).
Nella nostra Regione l’aspettativa di vita alla nascita per le donne è di 83,9 anni (-1,3 rispetto al 2019), per gli uomini il calo è stato ancora più marcato: da 80,8 anni del 2019 a 79,1 (-1,7) del 2020. Numeri più contenuti nella provincia di Cuneo: -1,2 per le femmine (da 85,2 a 84), -1,1 per i maschi (da 80,6 a 79,5).
Il virus “accorcia” l’aspettativa di vita degli italiani
Istat: perso quanto guadagnato in un decennio