Piano nazionale di ripresa e resilienza: ecco cosa prevede

Il Piano prevede investimenti per 222,1 miliardi di euro. La gran parte di essi (191,5 miliardi) è rappresentata da sovvenzioni e prestiti del programma europeo Next Generation Eu. I restanti 30,6 miliardi arriveranno da un Fondo complementare finanziato con risorse nazionali attraverso lo scostamento di bilancio pluriennale recentemente autorizzato dal Parlamento

Draghi Mario
(Foto Presidenza Del Consiglio Dei Ministri)

Nelle 337 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza i numeri sono tanti e sono importanti. Così pure le scadenze, i progetti, gli obiettivi. Ma dentro quell’insieme di programmi c’è molto di più, “c’è anche e soprattutto il destino del Paese, la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore dell’Unione europea e protagonista del mondo occidentale”. Parola di Mario Draghi. Nel presentare alla Camera un documento di “storica importanza”, il presidente del Consiglio non ha avuto esitazioni nell’adottare un registro alto, prima di immergersi nella descrizione dei contenuti del Piano. “Non è solo una questione di reddito, lavoro, benessere – ha tenuto a sottolineare – ma anche di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessun numero, nessuna tabella potranno mai rappresentare. Dico questo perché sia chiaro che, nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite. Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio”.

Il Piano – ormai noto con l’acronimo Pnrr – prevede investimenti per 222,1 miliardi di euro. La gran parte di essi (191,5 miliardi) è rappresentata da sovvenzioni e prestiti del programma europeo Next Generation Eu, di cui il Pnrr costituisce di fatto la declinazione italiana. I restanti 30,6 miliardi arriveranno da un Fondo complementare finanziato con risorse nazionali attraverso lo scostamento di bilancio pluriennale recentemente autorizzato dal Parlamento. Se poi si tiene conto anche degli ulteriori 26 miliardi stanziati per opere specifiche entro il 2032 e del reintegro del Fondo europeo sviluppo e coesione – ricordati da Draghi nell’intervento a Montecitorio – il totale delle risorse a disposizione arriva a 248 miliardi.
Il Pnrr – in coerenza con i criteri del piano europeo – si articola in sei “missioni”, vale a dire filoni di intervento tematici: “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura” (49,2 miliardi); “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (68,6 miliardi); “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” (31,4 miliardi); “Istruzione e ricerca” (31,9 miliardi); “Inclusione e coesione” (22,4 miliardi); “Salute” (18,5 miliardi). Per facilitare l’attuazione degli investimenti, viene inoltre previsto un programma di riforme definito “ambizioso”. Si parla infatti di “riforma della pubblica amministrazione”, di “riforma della giustizia”, di “interventi di semplificazione” normativa, di “riforme a tutela della concorrenza”. Per quanto riguarda l’impatto del Piano, il governo stima che nel 2026 il Prodotto interno lordo sarà superiore del 3,6% rispetto allo scenario di partenza e l’occupazione sarà più alta del 3,2%... continua a leggere

(fonte SIR)