Una settimana fa, la salma di don Godfrey Gwang’ombe è tornata in Africa, nella sua Tanzania. Ad accompagnarla c’erano i fossanesi Gemma Abbà e il marito Franco Giaccardi, che alcuni anni fa, durante la loro esperienza di volontariato in Tanzania, erano già stati a Mwambani, diocesi di Mbeya, la terra dove don Godfrey era nato nell'agosto del 1976, e avevano conosciuto la sua famiglia. Lunedì 3 e martedì 4 maggio - anche in rappresentanza delle comunità ecclesiali di Fossano e Cuneo - hanno partecipato alle celebrazioni per il funerale del sacerdote tanzaniano, morto improvvisamente il 12 aprile a Fossano.
Pubblichiamo il loro racconto e alcune fotografie che, a causa di problemi di connessione, ci sono giunti solo ieri.
Domenica 2 maggio ore 13,30: all'aeroporto di Mbeya, dietro una rete metallica, ci sono almeno un centinaio di persone in attesa. Anche noi siamo con loro, con la stessa tristezza e sofferenza nel cuore. Stiamo tutti aspettando l'arrivo di don Godfrey Gwang’ombe che questa volta non scende sorridendo dalla scaletta dell'aereo, ma viene trasportato con un trattorino fino al luogo dove lo stiamo attendendo. La sua salma viene deposta in una camera mortuaria nell’ospedale della città, in attesa del funerale.
Lunedì 3, alle 18.30, si svolge la veglia solenne all’interno della Cattedrale. La chiesa è stracolma di persone. Si prega e si canta, tanti piangono. A conclusione viene celebrata la messa.
Martedì 4, ore 9. Inizia la celebrazione del funerale, presieduta dal vescovo della diocesi di Mbeya. Sacerdoti e religiose sono arrivati da tutta la regione, alcuni anche da zone distanti più di 300 km, cioè una giornata di viaggio. Poi c’è la gente: persone che hanno voluto bene a don Godfrey, qualcuno lo ricorda quando era bambino e viveva nel villaggio di Mwambani con i genitori e sei sorelle. Era il più piccolo della famiglia. Altri hanno avuto, come noi, la fortuna di incontrarlo strada facendo e non lo dimenticheranno più.
La messa si svolge nella Pilgrim Church della parrocchia di Mwanjelwa (Virgin Mary) dove don Godfrey è cresciuto e ha maturato la sua vocazione religiosa. La chiesa è più grande della Cattedrale, ma non c’è un solo spazio vuoto. Anche dall’esterno la gente partecipa. La celebrazione è sobria, si respira un clima di dolore quasi palpabile, ma molto decoroso. Il coro contribuisce a rendere questa messa una funzione veramente dedicata alla persona, con canti sacri locali che in qualche momento fanno venire i brividi.
La messa dura circa 3 ore, con interventi di tanti sacerdoti di parrocchie vicine e lontane, Anche noi, su invito del vescovo, portiamo un saluto e un ricordo dall’Italia, oltre a testimoniare la partecipazione delle due diocesi di Fossano e Cuneo
La funzione viene seguita via social anche da tanti fossanesi, suoi amici carissimi, sacerdoti ma anche persone che lo hanno apprezzato nello svolgimento del suo ministero in tutte le parrocchie in cui ha prestato servizio sia a Fossano che a Cuneo.
Dopo la messa c’è la sepoltura. Qui i sacerdoti vengono sepolti in cimiteri dedicati, che si trovano nei pressi della Cattedrale. Il nostro caro don Godfrey riposa vicino ai suoi confratelli e ai suoi cari (la sorella più giovane è morta tre anni fa e sua mamma ad agosto 2020).
Terminata la funzione della sepoltura, la diocesi di Mbeya offre a tutti i presenti (circa 350 persone) un sobrio piatto di cibo: riso, fagioli, insalata verde cotta, arancia o anguria, banane fritte... Si tratta di una tradizione locale: normalmente è la famiglia del defunto che se ne fa carico, ma nel caso di sacerdoti la diocesi provvede a tutto. Le persone si riversano nei giardini del palazzo vescovile, altre vengono accompagnate all'interno in alcuni saloni a disposizione.
Verso le 16,30 l'incontro termina. La gente torna a casa con il cuore triste ma serena perché convinta che da lassù don Godfrey aiuterà tutti coloro che lo hanno amato e che lui ha amato. La giornata si conclude con la visita alle sue cinque sorelle, in forma privata e con persone invitate dalla famiglia.
Questa esperienza ci ha molto coinvolti e penso che rimarrà impressa nel nostro cuore. Grazie Godfrey, perché ci hai donato la tua amicizia, ci hai accolti a casa tua, ci hai fatto conoscere delle persone speciali. Tu ci hai portati in Africa, era giusto che noi ti riportassimo a casa.
Gemma e Franco
Nelle foto:
- L’arrivo della bara all’aeroporto
- La Cattedrale, dove si è svolta la veglia solenne di lunedì 3 maggio
- Il cimitero dove il sacerdote è stato sepolto
- Gemma e Florence, la seconda (in età) delle sorelle di Godfrey
- Gemma, Franco e una cugina di Godfrey di Dar es Salaam