Strade bianche di montagna, passa la proposta di Bongioanni

Nuova legge per il Piemonte: le sterrate "in quota" inserite in un catasto, la manutenzione garantita, l'accesso regolamentato (e in parte consentito anche ai mezzi a motore)

Il Piemonte ha una nuova legge per “la valorizzazione delle strade storiche di montagna di interesse turistico”. Il Consiglio regionale ha infatti approvato la proposta avanzata da Paolo Bongioanni, consigliere di Fratelli d’Italia. Le sterrate “in quota” saranno inserite in un catasto, e l’accesso regolamentato; l’obiettivo è garantirne un’adeguata manutenzione e, al tempo stesso, far sì che esse richiamino appassionati di escursionismo a piedi o in bicicletta e di moto da enduro, quad e 4x4.
Che cosa cambierà? L’ambizione è di estendere alle strade bianche di montagna il modello adottato – con grande successo – per la Via del sale, il collegamento in quota fra Limone Piemonte e Monesi di Triora. Un’attenta manutenzione fa sì che quest’ultima sia sempre percorribile durante la stagione di apertura, quando cioè non vi è neve che renderebbe pericoloso o impossibile il transito; gli escursionisti a piedi o in bicicletta possono accedervi liberamente, mentre la fruizione di mezzi a motore è consentita solo a pagamento e per alcuni giorni a settimana nel rispetto di un tetto massimo.
Più nel dettaglio, spiegano dalla Regione, la nuova legge “intende avviare interventi e progetti dedicati alle strade storiche di montagna che vanno dalla promozione del loro valore culturale, ambientale e turistico, alla mappatura, la gestione ordinaria, la realizzazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, la riqualificazione delle strutture ricettive o degli edifici e dei manufatti di pregio storico che insistono su tali itinerari, la promozione dei servizi turistico-sportivi correlati alla loro fruizione”.

Tre tipi di regolamento
Se la Regione si impegnerà soprattutto per la promozione turistica della strade bianche di montagna, gli enti che gestiscono i singoli itinerari – Comuni, Unioni montane o enti-parco – sono invitati a stendere il regolamento per la fruizione. Fruizione che potrà essere totalmente libera, regolamentata o regolamentata con pedaggio.
La Regione prevede di pubblicare nei prossimi mesi – dunque in tempo per la stagione estiva – bandi per la gestione delle strade bianche di montagna e i relativi interventi di manutenzione. Sarà messo a disposizione, per questo, un milione e mezzo di euro all’anno.
I progetti presentati dagli enti che gestiscono questi itinerari otterranno un punteggio più alto se prevedono un regolamento con pedaggio per i mezzi a motore.

Una sfida per il turismo
La legge di Bongioanni punta ad offrire una nuova, preziosa risorsa per il turismo piemontese. “Credo – commenta il consigliere regionale – che si dia al Piemonte, ai nostri sindaci e agli amministratori di valle la possibilità di valorizzare e incrementare l’interesse turistico delle strade storiche di montagna, creando un sistema che verrà messo a disposizione di albergatori, aziende turistiche e consorzi di operatori per promuovere un prodotto che parte dalle Alpi del Mare, attraversa le vallate olimpiche e giunge alle valli del Lago e che, a ritroso, conduce fino al mare. Un’offerta unica in Europa e forse anche al mondo, per proporre qualcosa di inedito, con 5, 6, anche 7 pernottamenti all’insegna dell’«outdoor» e del 4x4, delle moto, delle biciclette a pedalata assistita, ma anche delle escursioni a piedi o a cavallo”.
Durante il dibattito in Consiglio regionale, le opposizioni hanno chiesto di considerare, oltre all’aspetto turistico, quello ambientale e culturale. Bongioanni ha peraltro assicurato che gli interventi previsti si limiteranno alla manutenzione di strade già esistenti: non saranno realizzati nuovi tracciati.

Il nodo (risolto?) dei motori
In Piemonte appassionati di moto da enduro, quad e 4x4 devono misurarsi con leggi regionali degli anni Ottanta che limitano fortemente la possibilità di percorrere strade non asfaltate. Queste ultime, se registrate come piste agro-silvo-pastorali, sono chiuse al traffico, mentre se si tratta di strade comunali, nella gran parte dei casi non vi sono divieti. Nel concreto, di volta in volta non è facile capire se si può accedere o meno a un certo itinerario.
La legge Bongioanni cerca di sciogliere il nodo. Nel rispetto delle regole fissate per un certo itinerario, i mezzi a motore lo potranno percorrere liberamente.
Altro merito della nuova legge è quello di aver compreso come i mezzi a motore possono portare soldi nelle valli montane, a vantaggio dell’intera comunità: non solo perché i pedaggi pagati possono essere investiti in interventi di manutenzione dedicati alle stesse strade bianche, ma anche perché chi viaggia a bordo di una moto da enduro, un quad o un 4x4 si ferma volentieri a mangiare, o perfino a dormire, nelle strutture ricettive del luogo. Si noti, peraltro, che il turismo motorizzato in Piemonte giunge da numerosi Paesi europei.

Che cosa succede in Granda
Se di strade bianche di montagna si parla, il nome della Granda evoca ovviamente la Via del sale. Ma quest’ultima non è l’unica “sterrata” in quota: ci sono la strada dei Vernagli, quella della Gardetta e quella dei Cannoni.
Se la strada dei Vernagli è aperta a tutti, sulle altre due si discute (o, anzi, si litiga) da tempo: alcuni amministratori locali, in particolare della valle Maira, vorrebbero infatti bloccare l’accesso dei mezzi a motore. Il problema si fa più spinoso quando, come succede per la Strada dei cannoni, l’itinerario “tocca” il territorio di due valli – in questo caso la Maira e la Varaita – i cui amministratori hanno idee diverse sulla fruizione. Bisognerà vedere come si evolve il dibattito alla luce della nuova legge regionale: perdere la possibilità di avere fondi per manutenzione e valorizzazione di questi itinerari sarebbe un errore imperdonabile.