Dal centro città a Murazzo e Maddalene: 25 km (quasi) senza auto, tra pioppi e frutteti

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Poco meno di 25 km, un paio d’ore di tempo, una magnifica giornata di sole e un paesaggio verde, bucolico e rigenerante. Continuano le nostre “passeggiate” fuori porta, che in questo caso è stata una pedalata. Un anello un po’ più lungo di quelli presentati nei precedenti numeri del nostro settimanale e che ci ha portato dal centro città a toccare tre frazioni: San Sebastiano, Murazzo e Maddalene.
Senza mai uscire dal territorio comunale abbiamo visto parte del centro storico e poi tantissime strade e stradine di campagna, asfalto, un po’ di sterrato, un boschetto, il fiume in lontananza, filari di frutta, i papaveri che colorano i campi di grano.
Per la nostra gita (per chi vuole il percorso è stato registrato e caricato su Wikiloc e può essere consultato) questa settimana abbiamo deciso di partire dalla redazione del nostro settimanale: siamo in piazza Vittorio Veneto, alle nostre spalle via Roma con i suoi palazzi storici, accanto l’imponente chiesa della Santissima Trinità. Si inizia in discesa e pochi metri dopo si imbocca sulla sinistra via Palocca che si percorre interamente: questo brevissimo tragitto è uno dei più pericolosi che dovremo affrontare. Sia via Marconi, sia via Palocca sono sprovvisti di ciclabile, hanno un asfalto decisamente migliorabile e sono abbastanza strette.
Conclusa la discesa un altro passaggio che richiede molta attenzione: bisogna attraversare via Salmour dove le auto transitano a velocità elevata. Una decina di metri in via della Cartiera e imbocchiamo a destra strada di Praggio che ci porterà fino alla “grande rossa”, la panchina xl realizzata vicino alla sede della Protezione Civile. Qui c’è un secondo passaggio pericoloso perché, per andare verso San Sebastiano, bisogna attraversare via Mondovì, arteria strategica della città.

Da ora per un bel po’ di chilometri possiamo lasciare da parte il traffico cittadino e limitarci ad incontrare sporadiche vetture e qualche mezzo agricolo al lavoro. Seguendo le paline bianche e rosse in direzione Lago di Sant’Anna, che si trova tra San Sebastiano e Murazzo, ci ritroviamo in via Santo Stefano (e in parte ripercorriamo il tragitto fatto la scorsa settimana, l’anello dalla/alla cappella di Santo Stefano passando per San Sebastiano) e poi nel bosco di San Sebastiano. Anziché salire fino alla frazione si seguono ancora le paline e la strada sterrata, si costeggiano campi coltivati e pioppi fino alla cappella di Sant’Anna. Da qui finiscono le indicazioni, ma facendosi guidare da un po’ di senso dell’orientamento si prosegue senza problemi: si imbocca una strada asfaltata che termina in un incrocio. Prendetelo a sinistra (verso il fiume) e proseguite su strada del Negro. Per chi vuole affacciarsi a Stura da qui ci sono mille possibilità diverse di farlo. Altrimenti seguite la via che ad un tratto diventerà nuovamente sterrata e un po’ pietrosa. Sull’altipiano alla sinistra svetterà il campanile della chiesa di Murazzo che farà da punto di riferimento e consentirà facilmente di trovare il sentiero giusto.

Arrivati alla chiesa frazionale si raggiunge la statale 231 (la strada per Cuneo): massima attenzione anche qui, una volta attraversato si imbocca proprio di fronte via Rubattera. Stiamo entrando nel territorio di Maddalene ma non arriveremo al centro abitato perché dopo un paio di km alla nostra destra (c’è una cascina rossa a bordo strada) troveremo via di Cunio. Dopo qualche centinaio di metri la strada si dirama in tre: bisogna tenere quella più a sinistra e da qui andare sempre dritto. Ci accompagneranno ancora i frutteti e campi di grano, fino a San Sebastiano dove imboccheremo a sinistra via dei Peani e poi la strada vicinale di Santo Stefano. Una volta arrivati all’altezza della caserma Perotti si può scegliere se andare su via Cuneo o su via Centallo: noi abbiamo scelto questa seconda opzione perché è meno trafficata. Al semaforo sempre dritto fino a raggiungere di nuovo il centro cittadino dove si conclude il nostro anello di 24,76km e neanche 130 metri di dislivello.
Con la bicicletta a pedalata assistita abbiamo impiegato meno di due ore. Il percorso si può fare tranquillamente in mountainbike, mentre chi ha biciclette con le ruote sottili potrebbe essere costretto in un paio di punti a portarle a mano per scongiurare la foratura. I podisti allenati possono farla correndo o camminando, magari pensando a un pranzo al sacco su Stura o perché no, fermandosi a pranzare in una delle due/tre ottime strutture che si trovano lungo il percorso.

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